Dopo quasi un anno da blogger, sento la voglia di cambiare, di creare un qualcosa di nuovo. Di diverso. Ho aperto un blog sul quotidiano "La Stampa" per circa un mese, salvo poi chiuderlo e cambiare (per l'ultima volta), traslocando su "wordpress". Il nome è (e sarà) sempre quello: zebrabianconera10. Ormai, per me, si tratta di una seconda pelle. Chiedo la cortesia ai miei amici blogger di cambiare il link di rimando a questo blog con quello nuovo. Lo si può trovare qui:
L'ho fatto perchè sentivo la necessità di parlare anche di altro, oltre la Juventus e il calcio. Mi piace conoscere, sapere, imparare cose nuove. Anche il nuovo blog sarà un "diario personale", un'agenda di tutte le cose che scoprirò leggendo giornali, libri , internet, guardando la televisione. Questo blog è nato con un altro "pensiero": trasformarlo, ora, forse, non avrebbe avuto senso. Rimarrà sempre aperto: per me, è la "creatura" più bella. Succede sempre così, quando ti innamori di un qualcosa che realizzi e che ti piace. Sono felice e incuriosito per la nuova "avventura". Mi piace mettermi sempre alla prova. La Juventus rimarrà - comunque - il tema principale. Quando vedo vicini il bianco e il nero non capisco più niente. L'ho sempre scritto. La Juventus è il vero amore della mia vita. Grazie a tutti! Venite a trovarmi! Ciao!
Ps: questa è la modifica ad un precedente post, nel quale parlavo del primo "temporaneo" trasferimento su "La Stampa". Dopo una valutazione personale ho preferito spostarmi - in via definitiva - nel nuovo webmaster.
Mi sto scaldando anch'io... E' crisi, è vero, di risultati e di identità. Ma dovesse arrivare Donadoni, in un futuro che - allo stato attuale - considerare utopistico è dire poco, chiudo il blog e vi saluto tutti. Anzi, non vi saluto neanche...
Ero stufo di commentare pareggi. Non voglio abituarmi a descrivere sconfitte, cercando di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. Un conto è l'ottimismo e/o la voglia di analizzare con freddezza gli esiti di una partita, senza farsi prendere dalla voglia di disfare tutto ai primi risultati negativi. Un altro è vedere la realtà dei fatti. Di questo passo riusciremo a salvarci. Ma non penso che questo fosse l'obiettivo della società. I tifosi volevano vedere Giovinco in campo con più frequenza? Ed ecco la formazione scriteriata in Champions League, dove, pur di non dire a Camoranesi e/o Nedved di accomodarsi in panchina, si è deciso di far giocare assieme loro due con Giovinco più le due punte. Ma siamo sicuri che questo schema fosse già stato provato prima? I tifosi volevano Giovinco dietro le punte? Ed ecco quello che è accaduto oggi. Ma chi decide alla Juventus? La società o i tifosi? Questa squadra poteva essere costruita in 3 modi diversi, a seconda della scelta che si poteva fare in estate. Bisognava prendere uno tra Poulsen, Xabi Alonso e Aquilani. Come è andata a finire, ormai lo sappiamo tutti. Allora perchè cambiare in continuazione? Manca la fantasia, e di questo tutti ce ne siamo resi conto. Ma chi è del mestiere lo doveva sapere già da prima. In Italia e in Europa possono vincere solo due squadre: una per competizione.
In molti possono ambire a trionfare, lo spazio è poco. Mi sta bene anche perdere, ma dopo essermi giocato tutte le mie possibilità. Quello che chiedo (spero) è di avere una Juve competitiva sino in fondo in tutte le competizioni. Poi, vinca il migliore. Andando avanti così, potrei programmarmi le ferie anche a marzo. Tanto non perderei nulla di importante...
JUVENTUS-PALERMO 1-2 (primo tempo 1-1) MARCATORI: Miccoli (P) al 23', Del Piero (J) al 39' p.t.; Mchedlidze (P) al 36' s.t. JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon; Grygera, Mellberg (33' p.t. Salihamidzic), Knezevic, De Ceglie;Marchisio, Sissoko, Poulsen (20' s.t. Camoranesi); Giovinco (35' s.t. Nedved); Amauri, Del Piero. (Manninger, Chiellini, Molinaro, Tiago). All. Ranieri. PALERMO (4-3-1-2): Amelia; Cassani, Bovo, Carrozzieri, Balzaretti; Nocerino (35' s.t. Tedesco), Liverani, Bresciano (15' s.t. Mchedlidze); Simplicio; Cavani, Miccoli (26' p.t. Migliaccio). (Ujkani, Dellafiore, Raggi, Guana). All. Ballardini. ARBITRO: Tagliavento. NOTE: spettatori 22.495, incasso 548.385. Espulso Sissoko al 41' p.t. per doppia ammonizione. Ammoniti Bovo, Liverani, Grygera, Amauri. Recupero: 0' p.t. e 3' s.t.
NAPOLI, 3 ottobre - L'ex dg della Juve, Luciano Moggi e altri 23 imputati dell'inchiesta Calciopoli, sono stati rinviati a giudizio. Lo ha deciso il gup Eduardo De Gregorio che ha accolto le richieste dei pm Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci. Il processo comincerà il 20 gennaio 2009 davanti alla nona sezione del Tribunale, collegio A. Il giudice ha prosciolto l'ex presidente della Figc, Franco Carraro, e l'ex segretario della Figc, Francesco Ghirelli. (Corriere dello sport.it)
Se mi metto a scrivere cosa penso di Carraro, quelli di Google mi chiudono il blog. Mi limito al titolo di questo post, prendendo spunto da un bellissimo libro di Primo Levi. Tra poco inizierà il processo. Non ne parlo volentieri. Per tre motivi: - per quanto ho (già) sofferto a causa di Calciopoli; - perchè tanto i due scudetti persi e la serie B affrontata due anni fa non ce li restituirà nessuno;
- perchè non ho una gran fiducia sugli esiti di questo processo.
La Juventus ormai si è tirata fuori da tutto e da tutti.
Mi piace parlare solo di calcio giocato, ma, giocoforza, parlerò - quando gli argomenti di sicuro non mi mancheranno - a processo in corso.
Oggi, sulla Gazzetta dello Sport, a pagina 17, compare un'analisi di Ruggiero Palombo: "E che ora il verdetto sia rapido".
Perchè? Per un senso di giustizia?
No...
PERCHE' HA PAURA.
Perchè sa benissimo che Moggi (e gli altri imputati) hanno subìto un processo sportivo simile a una farsa.
Non posso sapere come andrà a finire quello che partirà il 20 gennaio p.v., ma sono convinto che le difese non se ne staranno ferme a farsi prendere (di nuovo) a pesci in faccia.
Tanto per iniziare (come ho già scritto in passato): perchè non compare neanche una telefonata (tra le migliaia intercettate) tra Moggi e Galliani?
Ma non comandavano loro il calcio italiano?
Si scrivevano le mail?
Una goccia in un oceano. Di domande.
Tanti "buchi", tanti vuoti.
Vedremo...
Moggi è caduto.
Ma se qualcuno pensa che non trascinerà nessuno con lui, si sbaglia di grosso...
La scorsa primavera, quando le voci su un probabile ritorno di Lippi alla Juventus si susseguivano, mi schierai apertamente a favore del cambio di allenatore. Non perchè non apprezzassi il lavoro di Ranieri, ma perché credevo di più (e lo confermo) nelle qualità del mister viareggino. Lui ha una mentalità vincente. Lui osa. Lui è disposto a “mangiare il muso” a chiunque provi a “toccare una sua creatura”. Quando perde le partite non sorride, è incavolato marcio. Come succede a me.
L’allenatore per me è sempre stato importante, non fondamentale. In alcune situazioni, però, “diventa” fondamentale.
Lessi molti articoli sui giornali, su internet, partecipai anche a sondaggi su questo argomento. La stragrande maggioranza dei tifosi juventini si schierarono a favore di Ranieri. Venivano esaltate le sue qualità umane, oltre a quelle tecniche. Il ritorno di Lippi faceva paura: una “minestra riscaldata” era già tanto (anche se vincente), due sarebbero state troppe. Meglio continuare su un progetto, anche se triennale.
Progetto! Che bella parola…
Io mi divertii a sostenere che l’arrivo di Lippi, in qualsiasi funzione, sarebbe stato più che positivo per le sorti della Vecchia Signora. Come allenatore sarebbe stato perfetto, come Direttore Tecnico mi sarebbe comunque andato bene. In situazioni di estrema difficoltà, poi, il passo dalla tribuna alla panchina sarebbe stato breve. Per il resto, si tratta di una persona talmente intelligente che non avrebbe mai “invaso” lo spazio di competenza di Ranieri.
Come al solito, i risultati dell’immediato non facevano vedere a lunga scadenza. La “massa”, prima quella mediatica, poi – a ruota, come sempre in questi casi – quella dei tifosi, sosteneva la tesi della conferma del mister romano.
Nella vita capita a tutti di sbagliare: ammetterlo, aiuta a crescere. Nelle pagine di questo blog, lo faccio spesso. Sarebbe bello vedere in giro che anche altri lo facessero. E mi riferisco a una buona parte di quelli – non tutti - che ora stanno massacrando Ranieri. A quelli che credevano in un progetto. E che ora, a fine settembre del secondo anno, ne chiedono l’esonero.
Basta che “Tuttosport” parli di allontanamento, perché molti cambino idea. La credibilità di “Tuttosport” la si può vedere ogni giorno: dipendesse dai redattori di quel giornale, la Juventus comprerebbe 400 giocatori all’anno… La società Juventus, storicamente, ha esonerato pochissimi allenatori a stagione in corso. Negli ultimi 30 anni, uno. Marcello Lippi. Questa si chiama serietà.
Lippi, dopo quell’esonero, è poi tornato, ha vinto due scudetti e ci ha portato in finale di Champions League. Persa ai rigori, contro il Milan, senza poter contare sull’apporto di Nedved e con una formazione scriteriata. Qualcuno si ricorda che – in quella sera - schierò Montero terzino sinistro? Io sì. Perché a Manchester c’ero. Avessi avuto Lippi lì vicino, l’avrei strozzato.
Personalmente sono preoccupato. Aspetto fine dicembre per dare una valutazione più serena. Uscissimo in quel periodo dalla Champions League, sinceramente, sarei tentato di passare dalla parte di chi - ora - vuole esonerare Ranieri. Ma ho necessità di vedere, in questi mesi, se la Juve farà qualche progresso. Sbagliassi, come sempre, lo ammetterei. Ma io non credo nei progetti.
Un anziano signore, dopo una lunga passeggiata, si siede su una panchina. Davanti a lui, non molto vicini, arrivano in macchina due pescatori. Padre e figlio. L’anziano signore li osserva. Posa il cappello, e imbocca una pipa. Non l’accende: ormai non può più farlo.
Il padre scende dall’auto e, con il figlio, vanno a chiedere il rilascio del permesso per poter pescare in fiume. La pesca di cui si parla, è la pesca con la mosca finta. Un’arte, nel campo. Dopo una robusta colazione ed aver comprato il pranzo “al sacco”, preparano le canne. Il padre istruisce il figlio, come fosse la prima volta: “Quando prendi una trota (se la prendi) metti la mano sotto la pancia, non provare a prenderla come fosse una banana, altrimenti ti scappa”. “Preferisci il filo del 12 o del 14? Il 14 è un po’ robusto, serve per le trote più grosse”. Il figlio ridacchia. Dotato di un talento naturale, quasi mai esercitato, ha ereditato dal padre l’istinto naturale del “killer” tipico del pescatore. Ha pescato sin da piccolo in mare, con la canna fissa, senza mulinello. Più avanti si è spostato sul fiume: certi movimenti classici della pesca con la mosca finta (ad esempio il tendere la lenza per metri avanti e indietro prima di lasciarla posare nel giusto punto in acqua), a lui riescono naturali. Altri pescatori impiegano anni per riuscirci. La vita attuale gli lascia poco tempo per esercitare questa pratica, che – per il padre, così com’era per il nonno paterno – è una religione. La scelta della mosca finta da usare, per il ragazzo, è tipicamente una scelta “tecnica”: no alle mosche nerazzurre e rossonere per principio, sì a quelle a tinta unita. La prima da utilizzare, però, deve essere bianconera.
Il padre lo accompagna in un un posto incantevole. In mezzo al verde, il ragazzo deve aspettare che venga rilasciata un po’ d’acqua dalla vicina diga. Entrasse in quel momento, le trote se ne accorgerebbero e si spaventerebbero. Il figlio adora andare a pescare ogni tanto col padre, anche se – tutte le volte – lo assale un leggero senso di colpa: sa di avere del talento, ma di non esprimerlo (e migliorarlo) compiutamente. Dopo le pescate, spesso torna a casa dopo aver preso (e rilasciato) piccoli esemplari. Senza poter portare a casa quelli consentiti. Quelli superiori ad una certa misura. Entra in acqua, dopo essere rimasto fermo 15 minuti ad aspettare, e tutte le sue insicurezze svaniscono. Era come se – prima di questa giornata – se lo sentisse. Piove, fa freddo, si gira a guardare dietro di sé e vede il fiume avvolto da una piccola nebbiolina, con gli alberi - da una riva all’altra - che quasi si toccano.
Poi si gira davanti a sé, ed inizia a pescare. Quello che una volta gli riusciva facile, tutto ad un tratto torna. Inizia a provare lanci sempre più difficili. Ed avverte di nuovo quella scossa elettrica che ti prende lungo la schiena, quando sai che ti trovi ad un passo dalla preda. Arriva la prima trota: oltre la misura consentita. Si può portare a casa! Ma, dentro di sé, sente che sta per arrivare anche la seconda, più grossa. E così sarà, dopo qualche ora. La gioia è irrefrenabile, il ragazzo urla tutta la sua felicità: è tornato. Pesca come faceva una volta. Una lacrima gli scivola dalla guancia. Poi sorride. E guarda in direzione del signore anziano.
Che, a sua volta, gli sorride. Prende il cappello, si alza e se ne va. Con la pipa in bocca.
Quel signore anziano, che non c’è più, era mio nonno. Il ragazzo, naturalmente, io. Lui è stato un grande pescatore. Mio padre è un fuoriclasse. Io, al loro confronto, sono una capra. Ma, da oggi, sono sicuro che potrò tornare ad essere un buon pescatore.
Certe giornate sembrano disegnate da una mano Divina. Approfitto di avere un diario personale, questo blog, per immortalarla.
Oggi, per me, è stata una di quelle giornate.
Un domani, spero molto lontano, avrei piacere di tornare a pescare con mio padre e mio nonno. Insieme, come quando ero piccolo.
Poi mi staccherei, un attimo, per ammirarli.
Mi siederei su una panchina, insieme a qualche Angelo. Conoscendomi, direi: “Aaaah, come pescano quei due… Guardateli… Solo in Paradiso si pesca così…”.
Dedicato a mio nonno.
"Alla fine tutte le cose si fondono in una sola, e un fiume la attraversa. Il fiume è stato creato dalla grande alluvione del mondo e scorre sopra rocce che sono le fondamenta del tempo. Su alcune di queste rocce sono impresse gocce di pioggia senza tempo. Sotto le rocce ci sono le parole, e alcune delle parole appartengono alle rocce. Sono ossessionato dalle acque." (Norman Maclean)
Faccio i miei più sinceri complimenti all'avversario. In me, prima del tifoso, viene l'animo sportivo. Per il resto, stendo un velo pietoso... Sembra quasi Ranieri si sia fatto condizionare - nello schierare Giovinco - dal "rumore della folla". Una squadra mai provata prima, sbilanciata (uno tra Camoranesi o Nedved doveva rimanere fuori, se l'intento era quello di far giocare il piccolo attaccante), contro una corazzata di buoni corridori e discreti giocatori. Che non ha rubato nulla. Giusto ieri mi sono divertito a scrivere un post sulla necessità di schierare un giocatore dietro le punte. Il pensiero era quello di un "rifornimento" costante a chi i goals li deve fare, ma che non riceve palloni dai compagni. Speravo che Ranieri rispolverasse l'idea di far giocare Nedved in quella posizione. Un domani, dopo tanti tentativi e trovata la quadratura, si poteva lasciare spazio - in quel ruolo - a Giovinco. Perchè quella è la sua posizione: dietro le punte! E si è visto stasera... Invece... Comunque mi sento tranquillo: col Real Madrid giocheremo col 5-5-5, in caso di difficoltà entrerà Crisantemi a portare sfiga agli avversari e Aristoteles ci guiderà in testa al gironcino.
Ora sotto col Palermo.
Da noi si scherza dopo aver vinto. Qualcuno forse ancora non l'ha capito.
Mourinho rivela: 'Guadagno 14 milioni' Alla vigilia della gara contro il Werder Brema, un Mourinho sempre in forte vena polemica non ha voluto in alcun modo parlare del derby perso domenica sera, ma solo dell'impegno di Champions che attende l'Inter domani contro il Werder Brema a San Siro. Da gustare un siparietto in conferenza stampa tra il tecnico portoghese e un giornalista, da Mourinho sfidato ironicamente a scrivere la formazione prima di una partita, e non a criticarla dopo. "Lo faccio se mi dà parte dei suoi nove milioni di ingaggio..." ha replicato il cronista, subito rettificato da Mourinho: "Non sono nove, ma 11, e con gli sponsor arrivo a 14 milioni". (Calciomercato.com)
Senza finti moralismi: grazie da parte di tutti quelli che muoiono di fame; da parte di tutti quelli che non riescono ad arrivare alla fine del mese; da parte di tutti quelli che - in questo momento - stanno perdendo lavoro e soldi dopo il crollo delle borse americane. Potrei andare avanti per ore. Grazie.
Quando Nedved arrivò alla Juve, non ingranò subito.
La società aveva deciso di dare le "chiavi del gioco" in mano a O'Neill, l'uruguaiano ex-Cagliari.
L'unico giocatore al mondo in grado di avere la pancetta pur allenandosi con Ventrone.
Tutti quelli che criticano l'operato di Secco, adesso, fanno finta di non ricordare una delle più grosse "bufale" di mercato che Moggi prese subito dopo aver venduto Zidane al Real Madrid.
Una delle poche. Nel suo mestiere è stato uno dei più grandi di sempre. Ma ci fu anche quella.
Con la vendita di Zinedine la Juventus fu in grado di costruire uno squadrone (acquistò Buffon, Thuram, Salas e, appunto, Nedved).
Nell'indecisione su chi scegliere per comandare il gioco della Vecchia Signora, ormai orfani del francese, si preferì optare per un centrocampo a quattro (Zambrotta, Davids, Tacchinardi e Nedved).
Visto che si riscontrarono problemi uguali a quelli attuali (tanta forza fisica, poca fantasia) e visto che il buon Pavel faceva fatica ad integrarsi, Lippi ebbe l'illuminazione: utilizzo Nedved nello stesso ruolo di Zidane. Dietro le punte. Due giocatori completamente diversi, stessa efficacia.
In quel ruolo vinse il pallone d'oro.
Di colpo i problemi finirono. E arrivò il 5 maggio 2002...
Di anni ne sono passati (anche per chi scrive...), lo scatto bruciante Nedved non l'ha più. La forza fisica, invece, è rimasta la stessa. Idem per quanto riguarda i chilometri corsi durante le partite.
I vantaggi di usare questo metodo potrebbero essere molteplici: "liberare" Nedved dalla fascia sinistra; fare in modo che il giocatore (oltre a osare) dìa fastidio anche al play avversario; permettere alla squadra di assimilare un nuovo (vecchio) sistema di gioco. Ora siamo (eccessivamente) legati al 4-4-2.
Questo aiuterebbe - inoltre - l'inserimento di Giovinco in prima squadra, come alternativa a Nedved.
Nella posizione attuale del ceco non lo vedo bene.
In quella, sì.
Bisognerebbe rischiare.
Ma per vincere bisogna OSARE.
E se devo perdere, lo faccio dopo essermi giocato tutte le possibilità.
Chissà se a Ranieri verrà mai un'idea simile a quella di un ragazzo che ha scelto di nascondersi dietro ad un blog per esprimere le proprie opnioni da tifoso.
Ma che - da juventino - non ha smesso di avere voglia di vincere.
A San Siro stasera si è ballato il Samba: non quello di Maicon e Mancini, ma quello di Ronaldinho e Kakà.
Nonostante 3 pareggi in cinque partite (e avendo giocato ieri pomeriggio), siamo riusciti a "rosicchiare" 1 punticino all'Inter.
Che comunque non è la prima in classifica: in questo momento quel posto è occupato (con pieno merito) dalla splendida Lazio di Zarate e Pandev. E non solo loro...
Dietro la squadra capitolina ci sono il Napoli (prendere Hamsik quand'era al Brescia no, eh? Lo vedevamo tutti che quello era un fenomeno...), l'Udinese (che noi abbiamo battuto all'Olimpico), il Catania (non era un caso, come dicevo, che comunque faccia sempre risultati positivi) e l'Inter.
Il Milan, che tutti - io per primo - criticavamo, adesso è a pari punti con noi.
Anche in una serata dove comunque ha destato un'ottima impressione, continuo a sostenere che - alla lunga, a mio modo di vedere - cederà il passo a una (se non due) squadre.
Quando torneranno Pirlo, Inzaghi e Borriello, vedremo come se la caverà Ancelotti. Questa squadra - al di là di quello che sostiene Galliani - a me non sembra l'abbia costruita lui.
Comunque c'è da ammettere che ogni volta che sente "puzza di esonero", Ancelotti riesce a tirare fuori risultati incredibili. Chapeau.
Sotto di noi Roma, Fiorentina e altre belle realtà del calcio italiano (Genoa e Sampdoria su tutte).
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ESONERATO FERRARA ARRIVA ZACCHERONI
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*AAA CERCASI LO STILE JUVE!!!*
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