LA CARRIERA - Rui Costa, 35 anni, ha lasciato la nazionale al termine degli Europei 2004 persi in casa nella finale contro la Grecia (1-0), dopo 96 presenze e 26 reti. Dopo Benfica (1991-94), Rui Costa era arrivato in Italia nel 1994, dove ha giocato con Fiorentina (1994-2001, vincendo la Coppa Italia nel 1996 e nel 2001 e la Supercoppa Italiana nel 1996) e Milan fino al 2006 (dove ha vinto la Champions League, la Coppa Italia, la Supercoppa Europea nel 2003 e lo scudetto e la Supercoppa Italiana nel 2004, disputando anche la finale della Champions League 2005). Arrivato al Benfica l’anno scorso, è stato fermo per un lungo periodo a causa di un grave infortunio muscolare. Con Luis Figo (Inter), Fernando Couto (Parma), Rui Costa appartiene alla "generazione d'oro" dei giocatori lusitani campioni del Mondo a meno di 20 anni nel 1991.
lunedì 31 dicembre 2007
Rui Costa: «A fine stagione mi ritiro»
LA CARRIERA - Rui Costa, 35 anni, ha lasciato la nazionale al termine degli Europei 2004 persi in casa nella finale contro la Grecia (1-0), dopo 96 presenze e 26 reti. Dopo Benfica (1991-94), Rui Costa era arrivato in Italia nel 1994, dove ha giocato con Fiorentina (1994-2001, vincendo la Coppa Italia nel 1996 e nel 2001 e la Supercoppa Italiana nel 1996) e Milan fino al 2006 (dove ha vinto la Champions League, la Coppa Italia, la Supercoppa Europea nel 2003 e lo scudetto e la Supercoppa Italiana nel 2004, disputando anche la finale della Champions League 2005). Arrivato al Benfica l’anno scorso, è stato fermo per un lungo periodo a causa di un grave infortunio muscolare. Con Luis Figo (Inter), Fernando Couto (Parma), Rui Costa appartiene alla "generazione d'oro" dei giocatori lusitani campioni del Mondo a meno di 20 anni nel 1991.
Incidente d'auto: Adriano illeso
NESSUN FERITO - Adriano ha perso il controllo della sua Audi TT ed è finito contro uno sparti-traffico, poi la sua vettura è andata a sbattere contro altre tre. Non ci sono stati feriti, almeno così risulta finora.Intanto la dirigenza del San Paolo ha precisato che le uscite notturne e le vicende di Adriano sono ora tollerate «perchè il giocatore si trova ancora in vacanza», ma che le cose cambieranno non appena comincerà la stagione, in cui, nel primo semestre, i campioni del Brasile puntano con decisione alla Coppa Libertadores.
VIA IN TAXI - Secondo la stampa brasiliana, l'incidente è avvenuto nella Avenida Sernambetiba nella celebre Barra da Tijuca. Secondo testimoni Adriano, dopo aver raggiunto un accordo extragiudiziario con i proprietari delle tre auto coinvolte che non hanno per questo presentato denunce alla polizia, si è allontanato a bordo di un taxi. È la seconda volta in pochi giorni che l'attaccante prestato dall'Inter al San Paolo fa parlare di sè. La settimana scorsa è stato sorpreso in una festa alle prese con una grande quantità di birra. Aldilà delle polemiche, giovedì Adriano è sceso in campo in una amichevole organizzata dall'ex calciatore della nazionale brasiliana Zico, muovendosi con grande efficacia e segnando anche due reti. Poi ha promesso che disputerà una grande stagione nel San Paolo.
Nomi curiosi, mamma Ilary si difende
ROMA - Non ha peli sulla lingua Ilary Blasi. La moglie di Francesco Totti, quest'estate al centro delle cronache per il curioso nome dato alla secondogenita, Chanel, si vendica per le critiche ricevute in un'intervista sul settimanale Tv Sorrisi e Canzoni in edicola lunedì. E lo fa lanciando ironicamente una piccola frecciatina ad altri sostenitori di nomi curiosi. «Hanno sollevato tutto quel polverone per come io e Francesco abbiamo chiamato nostra figlia. Poi Alessandro Del Piero ha chiamato suo figlio Tobias, John Elkann ha optato per Oceano, e nessuno ha avuto nulla da dire...».
domenica 30 dicembre 2007
Pandev saluta la Lazio: "Mi vuole il Bayern..."
Amauri: "Juve o Milan? Chi arriva primo..."
Scozia, muore capitano Motherwell

venerdì 28 dicembre 2007
Trovato il telefono di Moggi!!!!!

Il cordless dal cuore nero-azzurro
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Com'era la Triade? Tronchetti-Moratti-Rossi? Un pò d'ironia ci vuole ogni tanto...
Tardelli: "Juve,ora devi scegliere"

Uscì da Corso Gaileo Ferraris sbattendo la porta; vi rimette piede, almeno virtualmente, con gli stessi effetti di un elefante in cristalleria. L'accusa è circostanziata, ma soprattutto deriva dal semplice ricordo di parole pronunciate dall'interessato, alle quali secondo Marco Tardelli non fu dato il peso che meritavano. Alessio Secco non si era nascosto, aveva messo al bando la prudenza e aveva confessato con estrema serenità le sue frequentazioni telefoniche con Luciano Moggi. Eppure, quella volta non attirò nessuno strale di sorta, al contrario di quanto accaduto nei giorni scorsi, dopo la pubblicazione delle intercettazioni di quelle chiamate. "Non è stata una cosa positiva - afferma l'ex uomo immagine juventino sulle colonne di 'Tuttosport' -. La Juve ha cercato di cambiare pelle, si è data un codice etico, ha puntato sulla moralità e la trasparenza; poi si scoprono certe cose. E' vero che Secco e Bettega possono parlare con chi vogliono, entrambi poi devono molto a Moggi, ma non va bene. Blanc, poi, poteva parlare prima. Bisogna capire cosa si vuole fare: se si finge che non è successo nulla e si continua così oppure, quando l'evidenza è troppa, si interviene bacchettando la persona. Se si sta zitti forse vuol dire che c'è convenienza? La mia è una domanda".
Un affondo che lascerà il segno, specie per quel richiamo a una situazione effettivamente conosciuta, affrontata con netto ritardo da chi di dovere. Ma Tardelli non può bocciare d'un colpo quanto fatto da questa dirigenza, di cui lui ha fatto parte per un anno. "La squadra sta disputando un campionato ottimo - ammette -, anche superiore alle aspettative di qualcuno. Io ero convinto che potesse fare bene, anche se a livello di organico resta un gradino sotto Milan, Roma e Fiorentina. E' giusto restare in scia all'Inter, se loro dovessero perdere lo scudetto...". Una 'carezza' dopo la mannaia fatta calare su una situazione che va risolta, in un modo o nell'altro.
AUGURONI GIGI!!!!!!!!!!!!!

"Con infinita gioia Gigi e Alena annunciano un lieto evento: la nascita del loro primogenito", così la coppia ha reso noto l'arrivo di Louis Thomas. Per l' occasione il sito internet di Buffon presenta sulla home page un fiocco azzurro. È il terzo lieto evento degli ultimi mesi in casa bianconera. Il 22 ottobre era nato Tobias, primo figlio di Alessandro Del Piero e Sonia Amoruso. Il 12 dicembre è toccato ad Alan Boumsong diventare papà di una bimba, Eva.
AUGURI DALLA JUVE "Un anno da protagonista concluso con la notizia più bella. Gianluigi Buffon ricorderà a lungo il 2007 che sta per finire. Per le prestazioni sul campo, che lo hanno confermato portiere più forte al mondo, ma soprattutto per l'evento più atteso: la paternità". Così il sito internet della Juventus commenta la notizia della nascita di Louis Thomas. "A Gigi e Alena - conclude il sito internet bianconero - le più grandi congratulazioni da parte di tutta la Juventus, dei suoi tifosi e di Juventus.Com".
Il Fulham sceglie Hodgson
PAROLE - Hodgson è fiducioso: "Sarà una sfida, ma supereremo le difficoltà e lasceremo l'attuale precaria posizione in classifica". Si dice fiducioso pure il proprietario della società, il milionario Mohamed Al Fayed, proprietario dei grandi magazzini londinesi Harrod's: "Roy ha grande esperienza: combina la tradizione inglese con la professionalità dei tecnici del continente. Può guidare il club in un progetto a lungo termine, riportando il Fulham al posto che compete alla sua tradizione".
Calcio/bilanci: il Profondo Rosso dell'Inter manda la Serie A in apnea
giovedì 27 dicembre 2007
E' nato "Juventus Fans"

L'amministratore del forum è "Zebrone84", uno dei miei "Amici " virtuali, al quale mando il mio più sincero "in bocca al lupo" e prometto - limitatamente al tempo che ho a disposizione - di appoggiarlo in tutte le iniziative nelle quali mi vorrà coinvolgere.
Vi invito ad andare a visitarlo.
RANIERI: ALLENARE LA JUVENTUS E' QUALCOSA DI DIVERSO
Le responsabilità sono maggiori e forse per questo Ranieri, dai giorni del ritiro di Vinovo, non ha mai smesso di impegnarsi nel tentativo di riportare la formazione bianconera ai livelli delle grandi squadre, dopo l'anno di purgatorio in Serie B. "Avevo detto che c'erano tanti piccoli passi da fare - ha aggiunto il tecnico romano -, prima dovevamo formare il gruppo, cementarlo, e poi piano piano fare la squadra. Però subito dopo i primi giorni avevo capito che eravamo sulla strada giusta, perché il gruppo era superpositivo. I giocatori di maggiore esperienza erano aperti verso i giovani che arrivavano e che erano bisognosi di integrarsi: per cui si sono dimostrati dei campioni veri, aperti, nel cercare di farli ambientare il prima possibile. Oggi si può dire che tutte quelle promesse che avevo si stanno materializzando".
Ma il tecnico bianconero non vuole sbilanciarsi sul futuro della sua squadra: "Io non so dove possiamo arrivare - ha concluso Ranieri -. Noi sappiamo che vogliamo arrivare più in alto possibile. Ma questo non lo dico così, lo dico perché non ho un campionato alle spalle per poter dire 'la Juve è arrivata terza, benissimo, ora dobbiamo migliorare, arrivare secondi o primi'. No, l'anno scorso noi eravamo in serie B. Però non è neanche esatto perché non si può dire che la Juve è una neopromossa, anche se veniamo dal campionato cadetto. Per cui cercheremo di fare del nostro meglio, metteremo una pietra miliare sul nostro progetto. Poi l'anno prossimo cercheremo di migliorarci ancora di più".
Ujfalusi: «Juve-Van der Vaart? Sicuro»
L'AFFARE SI FARÀ A GIUGNO - «La Juventus è lanciatissima su Van der Vaart , vuole averlo a tutti i costi a giugno – afferma il nazionale ceko intervistato con grande rilievo dalla Bild Zeitung – E il trasferimento andrà in porto perchè la Juventus ottiene ogni giocatore al quale è realmente interessata».
IL DIFENSORE VIOLA NON HA DUBBI - Ujfalusi conferma nero su bianco l’ipotesi del giornale tedesco dell’esistenza di un progetto bianconero di costruire intorno a Van der Vaart la Juventus del futuro: «La Juventus acquisterà un altro attaccante di primissimo ordine e due nuovi difensori». «Il club bianconero insomma farà di tutto per spezzare il dominio dell’Inter», conclude la Bild Zeitung.
lunedì 24 dicembre 2007
Collina scortato da un mese
CLIMA IMBARBARITO Ma perché questa precauzione? La decisione è stata presa dal comitato dell’ordine pubblico e la sicurezza di Lucca, composto da prefetto e questore. Probabile che gli organi di giustizia stiano svolgendo un’indagine per qualcosa (minacce?) che potrebbe mettere in pericolo la sicurezza di Collina. Una situazione che non può lasciare indifferente il pianeta calcio: come si fa a parlare di terzo tempo quando il capo degli arbitri è costretto a vivere con la scorta, come un magistrato anti-mafia. E invece deve "solo" occuparsi di preparare e scegliere i direttori di gara dei campionati di A e B. Un ruolo importante e delicato, per come in Italia sono vissuti gli errori dei fischietti, ma che non possono giustificare un provvedimento restrittivo della libertà personale. Da quando l’ex arbitro è stato nominato designatore-allenatore il clima si è rapidamente imbarbarito, con continui attacchi personali. Certo, il diritto di critica è sacrosanto: a volte, però, gli eccessi possono portare indirettamente a dei cortocircuiti pericolosi. Insomma, di cattivi maestri nel calcio non se ne sente davvero il bisogno.
SENZA PRIVACY Collina ha preferito non commentare, ma è chiaro che il provvedimento non può renderlo felice. La scorta lo segue ovunque: da quando la mattina va a comprare i giornali, al ristorante, alle riunioni di lavoro, allo stadio. Una presenza discreta quella degli agenti, ma continua. Tanto per rendere l’idea: la tanto cara corsa quotidiana sul lungomare di Viareggio diventa complicata da svolgere perché gli agenti non devono mai perdere di vista Collina e seguirlo in macchina non risponderebbe agli standard di sicurezza previsti in queste occasioni. Ieri il designatore non ha comunque rinunciato ad andare allo stadio: ha seguito dagli spalti il debutto in A (buono) del giovane Russo con accanto gli agenti. Come già è accaduto nel passato, non c’è stata nessuna contestazione nei suoi confronti. Eppure il comitato di sicurezza ritiene indispensabile la misura, segno che l’indagine in corso non è da prendere alla leggera. Anche per la presenza della scorta, Collina sta diradando le sue uscite. Tra l’altro, restando a casa può facilmente controllare in televisione tutte le partite in contemporanea. In ogni caso l’ex numero uno degli arbitri non ha nessuna intenzione di rinunciare al suo incarico a causa di questo "imprevisto".
ALTRI CASI Se non era mai accaduto nella storia del calcio italiano che il designatore avesse bisogno della scorta, purtroppo esistono altre situazioni analoghe che riguardano dei dirigenti: il vicepresidente de Milan, Adriano Galliani, e il presidente della Lazio, Claudio Lotito, hanno anche loro la protezione degli agenti a causa delle ripetute minacce di pseudo ultrà. Adesso a questa lista della vergogna si aggiunge Collina. Altro che terzo tempo: se continua così è inutile dare persino il calcio d’inizio.
Zalayeta stangato per simulazione: 2 turni
Juventus-Siena 2-0
E’ andata anche questa. Abbiamo terminato il 2007 con un’altra vittoria, ora l’anno di transizione è terminato. Mi auguro il prossimo sia quello del definitivo rilancio ad altissimi livelli. Non si poteva fare di più: siamo arrivati primi nel campionato cadetto, Del Piero è stato capocannoniere, abbiamo ottenuto un parziale 3° posto (ad oggi) al primo anno in serie A dopo la bufera Calciopoli, a solo 1 punticino di distanza dalla Roma e a 8 dall’Inter, grazie – forse – alla complicità di Dida. Non avesse fatto quell’erroraccio sull’1-1 la partita sarebbe rimasta incerta ancora per qualche minuto. Magari sarebbe finita anche con un pareggio. E Trezeguet è sempre più solitario in testa alla classifica dei goleador.
LA PARTITA – Bravo Ranieri. Ha trovato la mossa giusta con l’inserimento di Salihamidzic nella linea difensiva a destra, cosa che gli ha permesso inoltre di poter far giocare Tiago a centrocampo – come vertice alto del rombo – senza dover rinunciare alla copertura di C. Zanetti e Nocerino. Salihamidzic ha giocato molto bene, può essere che da ieri pomeriggio si sia trovata una soluzione anche per ciò che riguarda la fascia destra: un’accoppiata Salihamidzic – Camoranesi non è per niente male. A sinistra Molinaro e Nedved hanno già trovato un’intesa da tempo, con il raggiungimento di un’ottima condizione fisica da parte del ceko i risultati si iniziano a vedere. E la Juve ne ha già trovato giovamento.
TIAGO – Andava espulso. Prima di tutto bisogna riconoscerlo. Ha fatto un’ingenuità enorme, frutto del nervosismo normale di un giocatore a cui è stato chiesto in estate di prendere in mano una squadra e che ha finito poi col vedere la quasi totalità delle partite dalla panchina. Quest’anno siamo stati penalizzati dalle decisioni arbitrali in più di un’occasione (Parma e Napoli su tutte), una volta che ci è andata bene bisogna avere l’onesta di riconoscerlo. Non c’è niente di male. Non è detto che in dieci non saremmo stati in grado di vincere comunque. Però va riconosciuto. La sua partita poi non mi è dispiaciuta, tocca la palla in maniera morbida, come solo chi ha veramente confidenza col pallone sa fare. E’ anche abbastanza incisivo, anche se – per ora – è lontano anni luce dal giocatore che avevo ammirato con la maglia del Lione. Ma è anche normale che sia così: quando un giocatore attraversa un periodo difficile è strano che esploda “di botto” in una serie di partite stratosferiche, è più normale migliori poco alla volta per poi suggellare questi progressi con una grande partita. Lui si trova ancora alla prima fase: sta facendo piccoli passi.
SECCO – Impressione da tifoso: ha smesso di fare il suo lavoro. Verrà sostituito, in maniera non traumatica. Probabilmente la prossima primavera. Seguo da anni le vicende della Juventus, come milioni di tifosi. Non ho la possibilità di vivere queste situazioni dall’interno, ma solo attraverso le immagini in televisione o le letture dei quotidiani. Ora anche attraverso internet. Un tracciato comune nelle linee dirigenziali della società è sempre stato quello di tenere tutto nel massimo riserbo, salvo poi uscire allo scoperto con le “cose già fatte”. Anche solo quando si iniziava a parlare in maniera lieve, quasi distaccata di un argomento, era un sintomo che la decisione era già stata presa. Ieri ho visto la partita a casa, ho notato che in tutte le inquadrature dagli spalti erano presenti (escluso Lapo) tutti i vertici societari, compreso John Elkan. Mancava Secco. Sul quotidiano stamattina ho letto che lo si è visto sul prato dell’Olimpico prima dell’inizio della partita: da solo. Non so se sia vero o meno. Le parole di Blanc nel post partita, poi, potrebbero essere un ulteriore conferma. Sull’argomento mi vengono in mente tre considerazioni:
1. stanno montando intorno a Moggi un’azione mediatica mostruosa, stanno sparando – in sintesi – le ultime cartucce. Poi inizierà il vero processo. Quello nel quale Moggi parlerà – probabilmente (spero) – di tutto. Nessuno stupido poteva pensare che uno come lui, in difficoltà, in un caso simile sarebbe caduto da solo senza tirare in ballo gli altri. E adesso, proprio “quegli altri”, hanno paura. Una paura folle. Stanno provando a rendere Moggi un “mostro” al quale diventi difficile credere, a qualsiasi cosa dica o faccia. E’ questo è il motivo della pubblicazione delle nuove intercettazioni, nelle quali Lucianone sembrava dar ordini a destra e a manca, pure in seno alla Juve. Con più di un particolare: le uniche uscite sino ad adesso sembrerebbero dimostrare la volontà di Moggi di tenere Deschamps come allenatore della Juve. L’allenatore attuale è Ranieri. La Juve, prima di lui, ha fatto di tutto per riprendersi Lippi. I vari Almiron, Tiago e compagnia cantando con lui alla Juve non sarebbero venuti a fare neanche i giardinieri. L’unico poteva essere Iaquinta (lasciando stare quelli arrivati a parametro zero). Nelle telefonate Moggi parla come se fosse sicuro di vincere la causa e di tornare nel calcio da un momento all’altro. E questo – da parte di chi è dentro quel mondo – non può passare inosservato;
2. Secco non conta nulla. Proprio per i motivi appena spiegati si deduce che il suo ruolo è quello di condurre – nella pratica – le trattative. Ma su ordini ben precisi da parte di altri. Come è peraltro normale che sia. Solo un pazzo poteva pensare di dare in mano una patata bollente come questa ad un giovane inesperto: è naturale che dietro le sue azioni ci siano gli input della proprietà e di Ranieri. Con Moggi, naturalmente, era tutto diverso: pensava lui a tutto;
3. se non ragionassimo nel caso specifico ma pensassimo noi di gestire una squadra “X” che cambia proprietà, e cercassimo in tutti i modi di non avere collegamenti col passato più recente (basta vedere il nuovo sito della Juve, dove della Triade non c’è traccia), un Direttore Sportivo che chiede consigli al suo vecchio dirigente, raccontandogli i particolari di trattative e di situazioni interne delicate, dicendo “Ok!” dopo un suo consiglio (che più che un consiglio pareva un ordine)… Beh, è solo una mia impressione, ma penso veramente la Juve si sia muovendo in gran segreto per cercarne un nuovo D.S..
MERCATO – A questo punto dell’anno diventa difficile (impossibile?) cercare un fuoriclasse che venga liberato a cuor leggero dalla propria società. Ora bisogna pensare al prossimo anno, iniziando – quello sì – sin da ora a “spolpare” la rosa degli elementi in soprannumero. Uno su tutti: Boumsong. Per quanto riguarda gli arrivi non mi aspetto nulla, anche se in cuor mio spero la Befana qualche sorpresa la porti. Molto dipenderà sempre da come si deciderà di comportarsi con Almiron e Tiago. Io una speranza l’avrei: che Marchisio torni. Subito. Fino all’ultimo giorno del mercato di riparazione conserverò questo piccolo sogno. E’ veramente forte, mentre per Giovinco si può aspettare anche il prossimo giugno, per lui si potrebbe anche provare con un rientro anticipato.
Nell’attesa… Forza Juve.
domenica 23 dicembre 2007
Doping, svelato il programma di Marion Jones
SAN FRANCISCO. Dai documenti, dalle agende e dai libri contabili, ritrovati nel 2003 nella sede del laboratorio della Balco è emerso il programma dopante della velocista americana Marion Jones, secondo quanto rivela un’inchiesta del "San Francisco Chronicle". Il giornale californiano rivela infatti che i documenti recuperati forniscono dei dettagli precisi sul programma di trattamento doping seguito dall’atleta alla quale sono state tolte le medaglie, dopo la confessione di aver fatto uso di steroidi tra il settembre 2000 ed il luglio 2001.Questo programma indica che la Jones assumeva regolarmente un prodotto conosciuto sotto il nome ’The clear’, identificato più tardi come lo steroide Thg, oltre agli ormoni della crescita e all’Epo. I documenti rivelano anche che la sprinter avrebbe mentito agli agenti federali incaricati di interrogarla a proposito dell’uso di prodotti illegali e a proposito delle sue connessioni con l’azienda Balco.
sabato 22 dicembre 2007
Van der Vaart: "Mi immagino già bianconero"
Sorteggiati gli accoppiamenti per gli ottavi di Champions League

Tre bellissime partite. Un pò di nostalgia non manca... Speriamo bisogni aspettare solo un anno.
Scommesse on line: sospesi Starace e Bracciali
ATTENUANTI - L’accordo fra Atp e giocatori verte sulle modalità di sospensione e anche sull’entità della multa, in considerazione anche delle somme puntate, del minor lasso di tempo in cui sono state scommesse e del fatto che, entrambi gli azzurri, volontariamente e parecchio tempo fa avevano interrotto la loro attività anti-regolamentare. Ma l’accusa è la stessa: aver scommesso sul risultato di partite del proprio sport, sia pur non quelle in cui erano implicati direttamente, sempre e solo piccole somme, e peraltro perdendoci. Perché tutti i conti on line a nome dei tre professionisti erano in rosso.
DUBBI - Il problema vero, quello delle partite truccate o vendute, denunciate da anonimi, ma anche dal rampante Andy Murray — che però ha fatto velocissimamente retromarcia —, non è stato ancora toccato dall’Atp. Che, pur utilizzando agenti di Scotland Yard ed esperti delle scommesse sull’ippica inglese, non è riuscita a trovare alcuna traccia del vero scandalo che angoscia il tennis almeno quanto il doping. E’ sicuramente curioso, poi, al di là del comprensibile campanilismo, che i colpevoli di scommesse on line siano finora solo di nazionalità italiana. In una lista che, purtroppo, è destinata a crescere, perché altri due giocatori del giro azzurro sono chiacchierati. E, probabilmente, il 28 gennaio, si recheranno a Jacksonville, in Florida, a discutere davanti al giudice unico nominato dall’Atp.
A MELBOURNE - Intanto, per il primo Slam 2008, il 14-27 gennaio a Melbourne, la federtennis australiana ha deciso nuove norme anti-corruzione con sanzioni che vanno dalla multa alla squalifica a vita, e addirittura la prigione per chi risulterà colpevole di aver truccato degli incontri.
LE PAROLE DI STARACE - "Ho deciso di patteggiare la pena - spiega Starace sul sito della federazione - perchè con questa spada di Damocle sulla testa non avrei certo potuto giocare bene agli Open d'Australia. Invece, così rientrerò a febbraio con la voglia di spaccare il mondo. Adesso, però, voglio vedere che cosa faranno agli altri indagati. Voglio che paghino tutti con la stessa pesantezza che hanno riservato a noi italiani. È uno schifo. Ci hanno massacrati senza che questo risolva il problema vero delle partite vendute. Ci hanno inflitto pene pazzesche, se penso a quelle che in passato hanno assegnato a chi faceva uso di doping. L'Atp non sa dove sbattere la testa. È tutta una buffonata. Chi dirige la nostra associazione dovrebbe rispettare il lavoro dei giocatori per bene e gestire i problemi con serietà".
LE PAROLE DI BRACCIALI - "Eravamo sacrificabili, ecco perchè se la sono presa con noi - aggiunge Bracciali -. Non siamo campioni e non contiamo ad alto livello. Ma non posso credere che a fare qualche scommessina siamo stati soltanto noi italiani. Tra l'altro, il regolamento dell'Atp si presta a duemila interpretazioni. Se avessi voluto fare il furbo non avrei scommesso col mio nome".
Altri tre capri espiatori...
giovedì 20 dicembre 2007
Aida e Matteo, nuovo capitolo: ancora insieme

Che dilemma...
Moratti a Berlusconi: "Scudetti? Me ne mancano"
Signor Moratti, stìa tranquillo. Premesso che non è colpa nostra se per anni Lei si è fatto prendere per i fondelli da tutti (anche - e soprattutto - dai suoi collaboratori), vedrà che alla fine di questo processo Le diventerà arduo giustificare lo scudetto n. 14 che abbiamo vinto noi e del quale, per ora, Vi state fregiando voi. Al solo sentire il nome di Moggi mi viene l'orticaria, ora ne ho scatole piene più io di Lei, glielo posso assicurare. A me interessa la Juventus, punto e basta. Per anni lo ha corteggiato in lungo e in largo, firmando con lui (Moggi dixit) un pre-accordo nell'anno del Signore 1999. Come confermato in televisione da Massimo Brambati, ex-calciatore e membro della numerosissima scuderia di Lucianone quando era ancora in attività. Lei questo lo ha smentito più e più volte, inorridendo di fronte alla sola possibilità che il manager potesse venire a lavorare all'Inter. Quando questo documento verrà mostrato al mondo (e sembra essere intenzione di Moggi farlo) allora dovrà dare una spiegazione a tutti - ai tifosi interisti per primi - sul perchè ha raccontato una bugìa colossale come questa.
Adesso non commenterò più notizie del genere sino al termine del processo. "Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi.... ".
Ci rivedremo tra qualche mese.
mercoledì 19 dicembre 2007
Sonetti: "Cagliari, lascio" - Giampaolo: "Non torno"
CELLINO NON C'E' - Ora Cagliari e Sonetti provano a ricucire il rapporto. "Voglio chiarezza", aveva detto Sonetti. E in serata ha aggiunto: "Rispetto all'altra notte non è cambiato nulla. Voglio chiarezza, ma ancora non ci sono i presupposti per portare avanti il lavoro. Deluso? No, inc....to come una pantera!". Ma il tecnico resta ancora a Cagliari, in attesa di parlare con il presidente, che si trova fuori Cagliari. Intanto l'allenamento di oggi è stato diretto dal preparatore Ibba.
L'AVVOCATO - "Questa mattina ho mandato una raccomandata, preceduta da un fax, nella quale ho precisato che Giampaolo non intende rientrare nella consapevolezza del danno economico". Così avea detto il legale del tecnico, Piero Olla, a Radio Radio. "Nel telegramma - aveva spiegato Olla - Giampaolo ha voluto che scrivessi che l'orgoglio e la dignità non hanno prezzo: ecco perché rinuncia al contratto che lo legava al Cagliari fino al 2010. Non aveva intenzione di tornare per poi farsi trattare in un certo modo, anche memore di quanto successo l'anno scorso.Sono nel calcio dal '75, in 20 anni non mi è mai successo di vedere un allenatore che rinuncia ad un contratto cospicuo come quello di Giampaolo. Sonetti ieri ha dato le dimissioni ma mi chiedo coma mai sia ancora a Cagliari. Probabilmente se le vuole rimangiare queste dimissioni, magari in seguito al nostro telegramma". Olla non riesce a spiegarsi il comportamento di Cellino. "È da autolesionista, non mi spiego come possa comportarsi così, lo conosco da una vita, è un passionale, sono sicuro che se prima di prendere queste decisioni contasse fino a 10 e si consultasse con qualcuno non prenderebbe certe decisioni".
Zola miglior calciatore della storia del Chelsea
martedì 18 dicembre 2007
A 200 km/h in autostrada Hamilton perde la patente

MEA CULPA - Il vice-campione del mondo in carica è stato pizzicato intorno alle 16 mentre viaggiava a quasi 200 km/h a bordo di una Mercedes CLK 63 AMG immatricolata in Germania in direzione Calais-Reims. "Ha riconosciuto subito d'aver sbagliato - il commento di un poliziotto - e si è dimostrato davvero molto gentile". In attesa di presentarsi (Hamilton in prima persona o chi per lui) davanti al giudice di Laon, il britannico ha accettato di pagare una multa pari a 600 euro oltre alla sospensione di un mese della sua patente, già comunicata al consolato britannico.
PASSEGGIATA - Non solo. Hamilton ha dovuto abbandonare l'auto sulla quale viaggiava non essendo il proprietario diretto del mezzo. Per questo il "bolide", modello più volte utilizzato come safety-car in Formula 1, è stato recuperato lunedì da un suo amico. Per spiegare la sua infrazione, Hamilton ha detto alla gendarmeria francese che l'autostrada in quel momento era assolutamente "sgombra". La polizia ha in parte ammesso che in quello tratto di autostrada molti stranieri sono portati a superare i limiti di velocità.
IN COMPAGNIA - Lewis Hamilton entra così a far parte dell'esclusivo club "pizzicati" della Formula 1. Prima di lui, infatti, è già toccato a Kimi Raikkonen, sospreso dopo una festa, a Giancarlo Fisichella, fotografato nel 2004 a 148 orari in un tratto della via Appia, a Roma, dove il limite è di 60. A Juan Pablo Montoya è toccato nel 2003, quando lo pizzicarono a 204 km/h in Costa Azzurra. Il più recidivo è invece Ralf Schumacher, a quota tre ritiri. Quanto ai record, Renè Arnoux nel 1987 fu intercettato a 242 km/h su una strada con il limite dei 90. E, in tempi più recenti, Jenson Button a 230 all'ora mentre viaggiava verso Montecarlo su una autostrada del Sud della Francia. Una lista destinata ad allungarsi ancora.
Berlusconi: arriva la rettifica su Calciopoli
Per puntualizzare le parole di Silvio Berlusconi sulla bufera che due estati fa ha scosso il calcio, scende in campo il coordinatore di Fi, Sandro Bondi. "Abbiamo notato con dispiacere -dichiara Bondi- che ancora una volta alcuni giornali hanno cercato di strumentalizzare le parole del presidente Berlusconi quando ha parlato di 'Calciopoli'. Berlusconi -ricorda il coordinatore di Fi- si e' limitato a ripetere quello che ha sempre detto e cioe' che: 'per quanto riguarda il Milan, e' stata tutta una montatura".
Berlusconi: "Calciopoli? Una grande montatura"
Mercato & sponsor: le mani bianconere sui talenti brasiliani
Considerando la 'testa matta' del fantasista cileno Jorge Valdivia, attualmente l'elemento più interessante in chiave mercato è Caio, già sul taccuino dell'Ajax. Si tratta di un centrocampista brasiliano di 21 anni, che nell'ultimo campionato si è rivelato una delle migliori sorprese con 9 gol all'attivo.Promette bene anche il terzino fluidificante Valmir, classe 1986, inserito da Dunga nella selezione pre-Olimpica insieme al milanista Pato.
lunedì 17 dicembre 2007
Berlusconi: "Pato farà trenta gol in sei mesi"
PATO 30 GOL - Ma la storia continua. Berlusconi guarda già avanti. Dopo Marco van Basten, Andriy Shevchenko e Kakà ecco all'orizzonte Pato. Il patron racconta: "Aspettarsi le gesta di un grande campione, di un ringiovanimento anche di tutta la squadra. Ho parlato con Carlo Ancelotti di cosa avrebbe portato Pato al Milan e lui mi ha detto che che se continua a giocare come lo vediamo fare noi nelle partitelle di allenamento tra i ragazzi finisce che tra gennaio e giugno fa 30 gol". E aggiunge: "Gli ho chiesto: Carletto lo metti per iscritto?' Lui mi ha risposto: per iscritto no, però sono convinto che ci siano molte possibilità che raggiunga questo traguardo".
domenica 16 dicembre 2007
Juventus: Buffon ‘La mia scelta mi fa stare sereno’

Unico. Inimitabile.
Il Milan ha vinto il mondiale per club

TATTICA - Daniele Bonera e Paolo Maldini esterni in difesa; Filippo Inzaghi in attacco. Ecco le tre varianti rossonere anti-Boca, rispetto alla gara contro l'Urawa. Una sola quella del Boca rispetto alla semifinale con l'Etoile di Sahel: Gonzalez al posto di Vargas. Squadra tosta quella argentina: orgogliosa, che fa della disciplina tattica la sua arma migliore. Alla qualità e all'esperienza del Milan oppone il gruppo, la furbizia e la compattezza. I rossoneri partono con il piglio giusto: prendono le misure e si affidano alle cavalcate di Kakà. Il brasiliano in mezzo è una furia incontenibile. Peccato che non possa contare sui supporti di fascia. Bonera, che è stato messo per contenere, e Maldini non spingono e i rossoneri sono costretti a marciare centralmente, faticando più del dovuto per il pressing sull'uomo degli argentini.
PAZZESCO PIPPO - C'è subito Inzaghi. E lo dimostra al 5' con velenoso diagonale che sfiora il palo alla destra di Caranta. Ma il Boca non si fa spaventare. Scaltro e veloce sfrutta la superiorità numerica a centrocampo, dove Seedorf non supporta, mettendo in crisi gli interditori di reparto. Spinge il Boca e Dida fa venire i brividi all'11' con un'uscita a vuoto. Ma il Milan non si scompone; Ancelotti varia il modulo trasformandolo in un 4-3-1-2, con Kakà che va a spalleggiare Inzaghi e Seedorf dietro le punte. Al 23' arriva il gol. Dopo l'ennesima proiezione, Kakà va a sbattere su un difensore, sulla respinta tocca per Inzaghi che non sbaglia. Ma l'onda dell'entusiamo si trasforma in uno tsunami, perché il Milan ripropone immagini già viste. La difesa infatti si scioglie al 23' su un innocuo angolo corto e sul cross successivo in cui Palacio ha tutto il tempo di intervenire di testa, in mezzo a 6 rossoneri immobili, e battere Dida. Un atteggiamento sconcertante ribadito al 26' quando Gonzalez, indisturbato di testa sfiora il palo. Partita difficile. Il Milan paga la mancanza di gioco sulle fasce e allo stesso tempo concede troppo gioco al Boca sui corridoi esterni. Russo ha uomini buoni su cui contare. Organizzati in difesa, dove Paletta è un muro; rocciosi a centrocampo, dove brilla la stellina Banega, e ricchi di esperienza in attacco, dove Palermo e Palacio fanno sudare sette camicie alla difesa rossonera.
KAKA' MERAVIGLIAO - Ci vuol ben altro approccio per battere il Boca. Il Milan i mezzi li ha e il suo avvio nella ripresa promette scintille. Più veloce e ordinato, più coperto sulle fasce, con la spinta di un Seedorf più convincente e con le magie di Kakà. Il baricentro più avanzato funziona; mossa che impone agli argentini ad arretrare. Musica per i rossoneri che passano al 5'. L'occasione arriva su una punizione di Pirlo su cui Ambrosini manca la palla; errore in cui non incorre Nesta che con un bolide infila il 2-1. Ma non si arrende il Boca che colpisce il palo, davvero clamoroso e rumoroso, con Ibarra. Proiezioni che scoprono però gli argentini, trafitti puntualmente dalle imponenti ripartenze di Kakà. Come quella del 16' che porta al 3-1. Qualcosa di travolgente: il brasiliano scende potente e leggero sulla sinistra, penetra in area e da posizione angolata mette la sua firma sulla finale. Entra Emerson per Gattuso. Muscoli a centrocampo. In tempo per assistere all'ennesimo capolavoro di Kakà che dopo avere ubriacato il Boca mette in mezzo all'area per Inzaghi. Superpippo non si lascia scappare la grande occasione e con la sua doppietta fissa il 4-1.
SCHERMAGLIE FINALI - Infastidisce l'espulsione di Kaladze per un fallo al limite su Gracian, entrato al posto di Cardozo. Entrata dura, ma eccessivamente punita, come quella di Ledesma, inserito al posto di Gonzalez, per un fallo su Kakà. Poco dopo avere segnato il secondo gol del Boca, con la deviazione decisiva di Ambrosini. Il fischio finale arriva al 93': Paolo Maldini alza l'ennesima coppa. Questa è davvero leggenda.
Lazio-Juventus 2-3

Ebbene sì, la vittoria in trasferta questa volta è arrivata. L’aspettavano tutti: l’allenatore, la società, i giocatori, anche – e soprattutto – noi tifosi. Perché c’è poco da fare, si può non parlare di scudetto, dire che questo sarà un anno di transizione e via discorrendo, ma per tutti (nessuno escluso) il parametro era e continua a essere la prima in classifica. Più ci allontaniamo più aumenta la delusione, più ci avviciniamo più cerchiamo di spingerci oltre. Non dimenticandoci quelli che sono - allo stato attuale – i nostri limiti tecnici (di rosa e di qualità), parametrandoci – in questo caso – ad un’altra “prima della classe”: la Juventus di Capello.
A mio modo di vedere stiamo sbagliando tutti, io per primo. Quest’anno abbiamo un unico obiettivo: raggiungere la qualificazione alla Champions League per la prossima stagione. Punto. Se possibile, per una serie di eventi, anche attraverso la seconda posizione. Il che ci garantirebbe il passaggio diretto ai gironcini, senza dover anticipare la preparazione per partecipare alla sfida preliminare.
Ritengo l’obiettivo primario possa essere concretamente raggiungibile, sempre a patto che la Juve continui a mostrare i progressi che sta evidenziando in queste ultime partite. L’obiettivo secondario (il secondo posto) potrebbe essere considerato il nostro vero scudetto.
Poi c’è lo scudetto, quello vero. Che in questo momento soltanto l’Inter potrà perdere.
Come sostiene Ranieri sarebbe stupido da parte nostra, nell’evenienza, non farci trovare lì, pronti ad approfittarne. Per ora, però, godiamoci queste vittorie. Godiamoci la nostra bandiera che gioca e corre come quando aveva vent’anni, che fa giocate e goals stupendi, che torna ad essere decisivo.
Godiamoci super-Buffon, o più semplicemente Buffon. Perché lui è super sempre, qualsiasi cosa dica o faccia. Altro che Ronaldinho: ci sono pochi giocatori al mondo in grado di spostare l’ago della bilancia di una competizione tra squadre dello stesso livello quasi da soli. Lui è uno di quelli.
E pensiamo al Siena, il nostro prossimo avversario. Questi – per ora – sono i nostri obiettivi.
I sogni, se mai si avvereranno, li realizzeremo solo e soltanto dopo essere andati a giocarcela in ogni campo con lo spirito di queste ultime partite. Perché possiamo anche avere 27 scudetti invece di 29, non avere più certi giocatori, una dirigenza nuova e via dicendo… Ma l’anima della Juve è rimasta sempre la stessa. Vincente. Forza Juve.
venerdì 14 dicembre 2007
Calcio: Ibrahimovic, quest'anno è il migliore della mia carriera
Scandalo doping: la Mlb ora cerca la via d'uscita
CICLONE - Un vero e proprio ciclone il l report dell’ex senatore George Mitchell - considerato uno degli uomini più seri e incorruttibili della politica americana – capace di travolgere lo sport nazionale Usa: il mondo del baseball oggi si è risvegliato sotto choc, tra una ridda di smentite e silenzi imbarazzati. Lo scandalo ha proporzioni gigantesche: è come se, nello stesso istante, per fare un paragone con il mondo del calcio, venissero accusati di avere fatto uso di sostanze anabolizzanti Del Piero, Totti e Ibrahimovic. L’America del baseball si ritrova a dovere riconsiderare immediatamente il suo passato e il suo futuro: in 311 pagine di relazione, Mitchell punta il dito contro chi – e purtroppo sono tanti – in questi anni ha giocato sporco. Campioni che adesso si ritrovano a giocare la sua partita più importante fuori dal campo. Questa volta l’America ha deciso di fare sul serio: nessuno chiuderà più un occhio davanti al doping e a quei record ritoccati grazie a muscoli "fasulli".
CLEMENS NEGA - Ma, come detto, lo scandalo rischia di travolgere vere e proprie leggende del baseball: "nonno" Clemens, ad esempio, avrebbe dovuto lanciare l’anno prossimo alle Olimpiadi di Pechino. Difficile però adesso che la nazionale americana lo scelga come suo rappresentante: anche se "The Rocket", che ha negato veementemente ogni addebito, è pronto a dare battaglia. Nessun commento, invece, dal mancino Pettitte, che con Clemens ha militato sia negli Yankees (con cui ha appena rifirmato) che negli Astros. E Tejada? Va ad allungare la lista dei giocatori dopati o presunti tali di Houston, anche se lui è finito nel mirino per i suoi trascorsi negli A's. Ma nella lista nera ci sono anche re del box come Giambi e Palmeiro, gli ex bomber Caminiti e Gonzalez ma pure lanciatori dai trascorsi folgoranti, come Kevin Brown.
PALLA INFUOCATA - Ora la palla, davvero bollente, passa al commisioner Bud Selig, il potentissimo capo del baseball Usa: ben consapevole che qui o si fa la storia o si muore. Mitchell non si è limitato a fornire una serie di nomi, date, riscontri: ma anche messo nero su bianco uan serie di consigli e raccomandazioni su come il baseball può uscire da questo scandalo. Una sorta di percorso in 19 mosse perché il vecchio gioco recuperi integrità e credibilità. Selig ha già detto che ne terrà conto, ma non ha ancora formalmente deciso se intende o meno punire i giocatori accusati di doping. Ma di certo qualche provvedimento andrà preso: "Il rapporto di Mitchell – ha detto Selig – è un invito ad agire: e io agirò". Addosso ha gli occhi di un intero Paese. E non solo.
Il mea culpa McLaren chiude la spy story

PERDONO - E' stato lo stesso presidente della Federazione internazionale, Max Mosley, a chiedere al World Motor Sport Council la cancellazione della riunione in programma il 14 febbraio "nell'interesse dello sport e per mettere la parola fine su questa videnda". L'iniziativa è scattata subito dopo il mea culpa della McLaren, uscita allo scoperto con la lettera consegnata alla Fia prima dell'ultimo consiglio mondiale dov'era stata assolta la Renault.
CONGELATI - "Alla luce del risultato delle indagini condotte dalla Fia - si legge nella nota della McLaren - è chiaro che le informazioni della Ferrari sono state largamente diffuse all'interno del team più di quanto fosse stato comunicato in precedenza". In particolare, si presume che dall'ispezione della Fia tre elementi siano finiti sotto la lente d'ingrandimento: il cambio a innesto rapido, il rifornimento veloce e l'uso di Co2 per il gonfiaggio degli pneumatici. "La McLaren è profondamente rammaricata del fatto che le proprie indagini non hanno rintracciato questo materiale e ha scritto una lettera al Consiglio Mondiale per scusarsi di questo". In ogni caso, ha subito disposto il congelamento dello sviluppo di questi sistemi.
PROCESSO - Puntuale la reazione della Ferrari: "Per le scuse della McLaren e delle garanzie presentate, rispettiamo la proposta del presidente della Fia di annullare la riunione straordinaria del Wsmc del prossimo 14 febbraio" e di considerare "conclusa" questa vicenda "dal punto di vista sportivo". "Viene peraltro confermato - precisa Maranello - il proseguimento delle azioni legali in corso sul piano penale in Italia e su quello civile in Inghilterra". Questo perché attraverso il mea culpa della McLaren "vengono così smentite pubblicamente - prosegue la nota - le affermazioni scritte e verbali rilasciate dai vertici della McLaren nel corso delle udienze del Consiglio mondiale del 26 luglio e del 13 settembre, attraverso i media. Viene quindi ammessa la diffusione di informazioni confidenziali di proprietà della Ferrari all'interno della struttura della squadra inglese ed è confermata la gravità del comportamento da essa tenuto durante questi mesi".
PAGHIAMO - Il team di Woking aveva ammesso che le indagini della Fia sono andate più a fondo di quelle condotte dalla McLaren stessa, riconoscendo che "l'intera situazione sarebbe stata evitabile se avessimo informato la Ferrari e la Fia della prima comunicazione da parte di Nigel Stepney finita sotto la nostra attenzione. Siamo ovviamente imbarazzati per le successive rivelazioni e ci siamo scusati senza riserve presso il Consiglio Mondiale della Fia". La McLaren ha altresì ricordato di aver già rivisto le proprie "politiche e procedure di reclutamento dello staff" facendo le sue "pubbliche scuse alla Fia, alla Ferrari, alla Formula 1 e ai tifosi assicurando che sono stati fatti dei cambiamenti che garantiranno che niente di paragonabile a quello che è accaduto succederà di nuovo". Il team di Woking, che si accollerà anche i costi sostenuti dalla Fia per le indagini, si è infine augurato di "lasciarsi finalmente alle spalle tutto e potersi ora concentrare sulla stagione 2008".
E se avessero vinto il mondiale piloti cosa avrebbero fatto? Se la Ferrari non avesse continuato la sua battaglia (non fermandosi al primo scoglio) cosa sarebbe accaduto? Che schifo...