lunedì 28 luglio 2008

Un saluto ad un grande uomo

Randy Pausch, nome completo Randolph Frederick Pausch (Baltimore, 23 ottobre 1960 – Chesapeake, 25 luglio 2008), è stato un informatico statunitense.
Era professore di informatica, interazione umano-computer e design presso la Carnegie Mellon University (CMU) di Pittsburgh, Pennsylvania.
Nel settembre 2006, gli è stato diagnosticato un cancro del pancreas metastatizzato. Sottoposto ad intervento chirurgico palliativo e chemioterapia, è rimasto attivo e vigoroso fino alla fine del 2007. E' morto all'alba del 25 luglio 2008.
In molte università statunitensi è diventata una tradizione quella delle cosidette «last lectures»: professori preparano una lezione, come se fosse l'ultima della loro vita. Quella di Randy Pausch è particolarmente autentica visto che l'informatico morirà presto di cancro.


Provo a scrivere due righe, non so come mi riusciranno.
Creare, curare e aggiornare un blog sul calcio è una cosa facile. Parli di uno sport meraviglioso, la materia è comunque semplice.
Intorno a te il mondo cambia, tu stesso cambi. Ti isoli in "un qualcosa": il calcio, appunto. Lo rendi il centro del tuo universo, fai in modo che la tua attenzione sia catalizzata su quello.
Cerchi di non vedere, di non sentire altro.
E' una gioia, ma anche un rifugio.
Poi assisti ad un qualcosa di unico, che riesce a toglierti da questo isolamento, e ti spinge a parlarne, a far sì che il mondo intero (il tuo "piccolo mondo") ne discuta insieme a te. Vuoi rendere partecipi gli altri di quello che hai visto, di quello che hai sentito, imparato.
Lezioni come quelle del professor Pausch sono lezioni di vita.
Dopo aver saputo che il suo cammino era terminato, ho cercato un video con la traduzione in italiano per ammirarlo ancora.
Una volta un amico mi ha detto: "Se una persona pensa ad un problema come ad un fastidio, lo vive male. Ma se lo pensa come ad una sfida da affrontare, allora diventa una buona occasione per crescere".
Quell'amico, in quel momento, mi aveva insegnato tanto.
Dedico a lui, che forse non lo leggerà mai, questo post.

"Non possiamo cambiare le carte che ci vengono servite, solo il modo in cui giochiamo la mano. Se non vi sembro depresso o cupo come pensate dovrei essere, mi dispiace deludervi".
(Randy Pausch)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Zebra.
Ancora una volta hai dato prova di grande umanità. Il tuo, te l’ho già detto, è un blog molto particolare, che mi interessa e mi colpisce molto. Accanto a disquisizioni calcistiche, inframmezzate da un pizzico di ironia che non guasta mai, hai la capacità di saper parlare con sensibilità anche delle persone nei cui confronti la vita ha saputo essere troppo crudele. Le tue parole, ciò che hai la delicatezza di inserire in un contesto dedicato a quello che, in fondo, non è altro che un gioco, dovrebbero far riflettere tutti, ma soprattutto una certa tifoseria sulla quale preferisco non esprimermi. Bravo, Zebra, continua così, con le tue lezioni di calcio.
E di vita.

zebrabianconera10 ha detto...

Grazie.
Mi sono commosso io, questa volta.
Ciao!

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