giovedì 9 ottobre 2008

Si va in "trasferta"



Dopo quasi un anno da blogger, sento la voglia di cambiare, di creare un qualcosa di nuovo. Di diverso.
Ho aperto un blog sul quotidiano "La Stampa" per circa un mese, salvo poi chiuderlo e cambiare (per l'ultima volta), traslocando su "wordpress". Il nome è (e sarà) sempre quello: zebrabianconera10.
Ormai, per me, si tratta di una seconda pelle.
Chiedo la cortesia ai miei amici blogger di cambiare il link di rimando a questo blog con quello nuovo.
Lo si può trovare qui:

zebrabianconera10


L'ho fatto perchè sentivo la necessità di parlare anche di altro, oltre la Juventus e il calcio.
Mi piace conoscere, sapere, imparare cose nuove.
Anche il nuovo blog sarà un "diario personale", un'agenda di tutte le cose che scoprirò leggendo giornali, libri , internet, guardando la televisione.
Questo blog è nato con un altro "pensiero": trasformarlo, ora, forse, non avrebbe avuto senso.
Rimarrà sempre aperto: per me, è la "creatura" più bella. Succede sempre così, quando ti innamori di un qualcosa che realizzi e che ti piace.
Sono felice e incuriosito per la nuova "avventura".
Mi piace mettermi sempre alla prova.
La Juventus rimarrà - comunque - il tema principale.
Quando vedo vicini il bianco e il nero non capisco più niente.
L'ho sempre scritto.
La Juventus è il vero amore della mia vita.
Grazie a tutti!
Venite a trovarmi!
Ciao!


Ps: questa è la modifica ad un precedente post, nel quale parlavo del primo "temporaneo" trasferimento su "La Stampa". Dopo una valutazione personale ho preferito spostarmi - in via definitiva - nel nuovo webmaster.

lunedì 6 ottobre 2008

Crisi Juve, si scaldano Donadoni, Vialli e Ferrara



Mi sto scaldando anch'io...
E' crisi, è vero, di risultati e di identità.
Ma dovesse arrivare Donadoni, in un futuro che - allo stato attuale - considerare utopistico è dire poco, chiudo il blog e vi saluto tutti.
Anzi, non vi saluto neanche...

domenica 5 ottobre 2008

Voglia di vera Juve


Ero stufo di commentare pareggi.
Non voglio abituarmi a descrivere sconfitte, cercando di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno.
Un conto è l'ottimismo e/o la voglia di analizzare con freddezza gli esiti di una partita, senza farsi prendere dalla voglia di disfare tutto ai primi risultati negativi.
Un altro è vedere la realtà dei fatti.
Di questo passo riusciremo a salvarci.
Ma non penso che questo fosse l'obiettivo della società.
I tifosi volevano vedere Giovinco in campo con più frequenza? Ed ecco la formazione scriteriata in Champions League, dove, pur di non dire a Camoranesi e/o Nedved di accomodarsi in panchina, si è deciso di far giocare assieme loro due con Giovinco più le due punte. Ma siamo sicuri che questo schema fosse già stato provato prima?
I tifosi volevano Giovinco dietro le punte? Ed ecco quello che è accaduto oggi.
Ma chi decide alla Juventus?
La società o i tifosi?
Questa squadra poteva essere costruita in 3 modi diversi, a seconda della scelta che si poteva fare in estate. Bisognava prendere uno tra Poulsen, Xabi Alonso e Aquilani.
Come è andata a finire, ormai lo sappiamo tutti.
Allora perchè cambiare in continuazione?
Manca la fantasia, e di questo tutti ce ne siamo resi conto. Ma chi è del mestiere lo doveva sapere già da prima.
In Italia e in Europa possono vincere solo due squadre: una per competizione.
In molti possono ambire a trionfare, lo spazio è poco. Mi sta bene anche perdere, ma dopo essermi giocato tutte le mie possibilità.
Quello che chiedo (spero) è di avere una Juve competitiva sino in fondo in tutte le competizioni.
Poi, vinca il migliore.
Andando avanti così, potrei programmarmi le ferie anche a marzo.
Tanto non perderei nulla di importante...


JUVENTUS-PALERMO 1-2 (primo tempo 1-1)
MARCATORI: Miccoli (P) al 23', Del Piero (J) al 39' p.t.; Mchedlidze (P) al 36' s.t.
JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon; Grygera, Mellberg (33' p.t. Salihamidzic), Knezevic, De Ceglie;Marchisio, Sissoko, Poulsen (20' s.t. Camoranesi); Giovinco (35' s.t. Nedved); Amauri, Del Piero. (Manninger, Chiellini, Molinaro, Tiago). All. Ranieri.
PALERMO (4-3-1-2): Amelia; Cassani, Bovo, Carrozzieri, Balzaretti; Nocerino (35' s.t. Tedesco), Liverani, Bresciano (15' s.t. Mchedlidze); Simplicio; Cavani, Miccoli (26' p.t. Migliaccio). (Ujkani, Dellafiore, Raggi, Guana). All. Ballardini.
ARBITRO: Tagliavento.
NOTE: spettatori 22.495, incasso 548.385. Espulso Sissoko al 41' p.t. per doppia ammonizione. Ammoniti Bovo, Liverani, Grygera, Amauri. Recupero: 0' p.t. e 3' s.t.

sabato 4 ottobre 2008

Se questo è un uomo...



NAPOLI, 3 ottobre - L'ex dg della Juve, Luciano Moggi e altri 23 imputati dell'inchiesta Calciopoli, sono stati rinviati a giudizio. Lo ha deciso il gup Eduardo De Gregorio che ha accolto le richieste dei pm Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci. Il processo comincerà il 20 gennaio 2009 davanti alla nona sezione del Tribunale, collegio A. Il giudice ha prosciolto l'ex presidente della Figc, Franco Carraro, e l'ex segretario della Figc, Francesco Ghirelli.
(Corriere dello sport.it)

Se mi metto a scrivere cosa penso di Carraro, quelli di Google mi chiudono il blog.
Mi limito al titolo di questo post, prendendo spunto da un bellissimo libro di Primo Levi.
Tra poco inizierà il processo.
Non ne parlo volentieri. Per tre motivi:
- per quanto ho (già) sofferto a causa di Calciopoli;
- perchè tanto i due scudetti persi e la serie B affrontata due anni fa non ce li restituirà nessuno;
- perchè non ho una gran fiducia sugli esiti di questo processo.
La Juventus ormai si è tirata fuori da tutto e da tutti.
Mi piace parlare solo di calcio giocato, ma, giocoforza, parlerò - quando gli argomenti di sicuro non mi mancheranno - a processo in corso.
Oggi, sulla Gazzetta dello Sport, a pagina 17, compare un'analisi di Ruggiero Palombo: "E che ora il verdetto sia rapido".
Perchè? Per un senso di giustizia?
No...
PERCHE' HA PAURA.
Perchè sa benissimo che Moggi (e gli altri imputati) hanno subìto un processo sportivo simile a una farsa.
Non posso sapere come andrà a finire quello che partirà il 20 gennaio p.v., ma sono convinto che le difese non se ne staranno ferme a farsi prendere (di nuovo) a pesci in faccia.
Tanto per iniziare (come ho già scritto in passato): perchè non compare neanche una telefonata (tra le migliaia intercettate) tra Moggi e Galliani?
Ma non comandavano loro il calcio italiano?
Si scrivevano le mail?
Una goccia in un oceano. Di domande.
Tanti "buchi", tanti vuoti.
Vedremo...
Moggi è caduto.
Ma se qualcuno pensa che non trascinerà nessuno con lui, si sbaglia di grosso...

venerdì 3 ottobre 2008

Ranieri e il "progetto Juve"



La scorsa primavera, quando le voci su un probabile ritorno di Lippi alla Juventus si susseguivano, mi schierai apertamente a favore del cambio di allenatore.
Non perchè non apprezzassi il lavoro di Ranieri, ma perché credevo di più (e lo confermo) nelle qualità del mister viareggino.
Lui ha una mentalità vincente.
Lui osa.
Lui è disposto a “mangiare il muso” a chiunque provi a “toccare una sua creatura”.
Quando perde le partite non sorride, è incavolato marcio. Come succede a me.

L’allenatore per me è sempre stato importante, non fondamentale.
In alcune situazioni, però, “diventa” fondamentale.

Lessi molti articoli sui giornali, su internet, partecipai anche a sondaggi su questo argomento.
La stragrande maggioranza dei tifosi juventini si schierarono a favore di Ranieri.
Venivano esaltate le sue qualità umane, oltre a quelle tecniche.
Il ritorno di Lippi faceva paura: una “minestra riscaldata” era già tanto (anche se vincente), due sarebbero state troppe.
Meglio continuare su un progetto, anche se triennale.

Progetto! Che bella parola…

Io mi divertii a sostenere che l’arrivo di Lippi, in qualsiasi funzione, sarebbe stato più che positivo per le sorti della Vecchia Signora.
Come allenatore sarebbe stato perfetto, come Direttore Tecnico mi sarebbe comunque andato bene.
In situazioni di estrema difficoltà, poi, il passo dalla tribuna alla panchina sarebbe stato breve.
Per il resto, si tratta di una persona talmente intelligente che non avrebbe mai “invaso” lo spazio di competenza di Ranieri.

Come al solito, i risultati dell’immediato non facevano vedere a lunga scadenza.
La “massa”, prima quella mediatica, poi – a ruota, come sempre in questi casi – quella dei tifosi, sosteneva la tesi della conferma del mister romano.

Nella vita capita a tutti di sbagliare: ammetterlo, aiuta a crescere.
Nelle pagine di questo blog, lo faccio spesso.
Sarebbe bello vedere in giro che anche altri lo facessero.
E mi riferisco a una buona parte di quelli – non tutti - che ora stanno massacrando Ranieri.
A quelli che credevano in un progetto.
E che ora, a fine settembre del secondo anno, ne chiedono l’esonero.

Basta che “Tuttosport” parli di allontanamento, perché molti cambino idea.
La credibilità di “Tuttosport” la si può vedere ogni giorno: dipendesse dai redattori di quel giornale, la Juventus comprerebbe 400 giocatori all’anno…
La società Juventus, storicamente, ha esonerato pochissimi allenatori a stagione in corso.
Negli ultimi 30 anni, uno.
Marcello Lippi.
Questa si chiama serietà.

Lippi, dopo quell’esonero, è poi tornato, ha vinto due scudetti e ci ha portato in finale di Champions League.
Persa ai rigori, contro il Milan, senza poter contare sull’apporto di Nedved e con una formazione scriteriata.
Qualcuno si ricorda che – in quella sera - schierò Montero terzino sinistro?
Io sì. Perché a Manchester c’ero. Avessi avuto Lippi lì vicino, l’avrei strozzato.

Personalmente sono preoccupato.
Aspetto fine dicembre per dare una valutazione più serena.
Uscissimo in quel periodo dalla Champions League, sinceramente, sarei tentato di passare dalla parte di chi - ora - vuole esonerare Ranieri.
Ma ho necessità di vedere, in questi mesi, se la Juve farà qualche progresso.
Sbagliassi, come sempre, lo ammetterei.
Ma io non credo nei progetti.

Io credo in chi ha voglia di vincere.

mercoledì 1 ottobre 2008

Storie di pesca. Con la mosca finta.


Un anziano signore, dopo una lunga passeggiata, si siede su una panchina.
Davanti a lui, non molto vicini, arrivano in macchina due pescatori. Padre e figlio.
L’anziano signore li osserva. Posa il cappello, e imbocca una pipa. Non l’accende: ormai non può più farlo.




Il padre scende dall’auto e, con il figlio, vanno a chiedere il rilascio del permesso per poter pescare in fiume.
La pesca di cui si parla, è la pesca con la mosca finta.
Un’arte, nel campo.
Dopo una robusta colazione ed aver comprato il pranzo “al sacco”, preparano le canne.
Il padre istruisce il figlio, come fosse la prima volta: “Quando prendi una trota (se la prendi) metti la mano sotto la pancia, non provare a prenderla come fosse una banana, altrimenti ti scappa”.
“Preferisci il filo del 12 o del 14? Il 14 è un po’ robusto, serve per le trote più grosse”.
Il figlio ridacchia.
Dotato di un talento naturale, quasi mai esercitato, ha ereditato dal padre l’istinto naturale del “killer” tipico del pescatore. Ha pescato sin da piccolo in mare, con la canna fissa, senza mulinello.
Più avanti si è spostato sul fiume: certi movimenti classici della pesca con la mosca finta (ad esempio il tendere la lenza per metri avanti e indietro prima di lasciarla posare nel giusto punto in acqua), a lui riescono naturali.
Altri pescatori impiegano anni per riuscirci.
La vita attuale gli lascia poco tempo per esercitare questa pratica, che – per il padre, così com’era per il nonno paterno – è una religione.
La scelta della mosca finta da usare, per il ragazzo, è tipicamente una scelta “tecnica”: no alle mosche nerazzurre e rossonere per principio, sì a quelle a tinta unita. La prima da utilizzare, però, deve essere bianconera.




Il padre lo accompagna in un un posto incantevole.
In mezzo al verde, il ragazzo deve aspettare che venga rilasciata un po’ d’acqua dalla vicina diga.
Entrasse in quel momento, le trote se ne accorgerebbero e si spaventerebbero.
Il figlio adora andare a pescare ogni tanto col padre, anche se – tutte le volte – lo assale un leggero senso di colpa: sa di avere del talento, ma di non esprimerlo (e migliorarlo) compiutamente. Dopo le pescate, spesso torna a casa dopo aver preso (e rilasciato) piccoli esemplari. Senza poter portare a casa quelli consentiti. Quelli superiori ad una certa misura.
Entra in acqua, dopo essere rimasto fermo 15 minuti ad aspettare, e tutte le sue insicurezze svaniscono.
Era come se – prima di questa giornata – se lo sentisse.
Piove, fa freddo, si gira a guardare dietro di sé e vede il fiume avvolto da una piccola nebbiolina, con gli alberi - da una riva all’altra - che quasi si toccano.





Poi si gira davanti a sé, ed inizia a pescare.
Quello che una volta gli riusciva facile, tutto ad un tratto torna.
Inizia a provare lanci sempre più difficili.
Ed avverte di nuovo quella scossa elettrica che ti prende lungo la schiena, quando sai che ti trovi ad un passo dalla preda.
Arriva la prima trota: oltre la misura consentita. Si può portare a casa!
Ma, dentro di sé, sente che sta per arrivare anche la seconda, più grossa.
E così sarà, dopo qualche ora.
La gioia è irrefrenabile, il ragazzo urla tutta la sua felicità: è tornato.
Pesca come faceva una volta.
Una lacrima gli scivola dalla guancia.
Poi sorride. E guarda in direzione del signore anziano.

Che, a sua volta, gli sorride.
Prende il cappello, si alza e se ne va. Con la pipa in bocca.

Quel signore anziano, che non c’è più, era mio nonno.
Il ragazzo, naturalmente, io.
Lui è stato un grande pescatore.
Mio padre è un fuoriclasse.
Io, al loro confronto, sono una capra.
Ma, da oggi, sono sicuro che potrò tornare ad essere un buon pescatore.




Certe giornate sembrano disegnate da una mano Divina.
Approfitto di avere un diario personale, questo blog, per immortalarla.
Oggi, per me, è stata una di quelle giornate.

Un domani, spero molto lontano, avrei piacere di tornare a pescare con mio padre e mio nonno. Insieme, come quando ero piccolo.

Poi mi staccherei, un attimo, per ammirarli.


Mi siederei su una panchina, insieme a qualche Angelo.
Conoscendomi, direi: “Aaaah, come pescano quei due… Guardateli… Solo in Paradiso si pesca così…”.

Dedicato a mio nonno.

"Alla fine tutte le cose si fondono in una sola, e un fiume la attraversa. Il fiume è stato creato dalla grande alluvione del mondo e scorre sopra rocce che sono le fondamenta del tempo.
Su alcune di queste rocce sono impresse gocce di pioggia senza tempo. Sotto le rocce ci sono le parole, e alcune delle parole appartengono alle rocce.
Sono ossessionato dalle acque."
(Norman Maclean)

martedì 30 settembre 2008

Con Oronzo Canà avremmo vinto noi...



Faccio i miei più sinceri complimenti all'avversario. In me, prima del tifoso, viene l'animo sportivo.
Per il resto, stendo un velo pietoso...
Sembra quasi Ranieri si sia fatto condizionare - nello schierare Giovinco - dal "rumore della folla".
Una squadra mai provata prima, sbilanciata (uno tra Camoranesi o Nedved doveva rimanere fuori, se l'intento era quello di far giocare il piccolo attaccante), contro una corazzata di buoni corridori e discreti giocatori. Che non ha rubato nulla.
Giusto ieri mi sono divertito a scrivere un post sulla necessità di schierare un giocatore dietro le punte. Il pensiero era quello di un "rifornimento" costante a chi i goals li deve fare, ma che non riceve palloni dai compagni.
Speravo che Ranieri rispolverasse l'idea di far giocare Nedved in quella posizione. Un domani, dopo tanti tentativi e trovata la quadratura, si poteva lasciare spazio - in quel ruolo - a Giovinco.
Perchè quella è la sua posizione: dietro le punte!
E si è visto stasera...
Invece...
Comunque mi sento tranquillo: col Real Madrid giocheremo col 5-5-5, in caso di difficoltà entrerà Crisantemi a portare sfiga agli avversari e Aristoteles ci guiderà in testa al gironcino.



Ora sotto col Palermo.
Da noi si scherza dopo aver vinto. Qualcuno forse ancora non l'ha capito.


BATE BORISOV-JUVENTUS 2-2
MARCATORI: Kryvets (B) al 17', Stasevich (B) al 23', Iaquinta (J) al 29' e 48' p.t.
BATE BORISOV (4-5-1): Veremko; Kazantsev, Sosnovski, Rzhevski, Yurevich; Likhtarovich (25' s.t. Sivakov), Volodko, Kryvets, Stasevich, Nekhaychik (41' s.t. Mirchev); Rodionov (47' s.t. Pecha). (Gutor, Bliznyuk, Skavysh, Sakharov). All. Goncharenko.
JUVENTUS (4-4-2): Manninger; Grygera, Legrottaglie (18' p.t. Knezevic), Chiellini, De Ceglie; Giovinco, Camoranesi (1' s.t. Marchisio), Sissoko, Nedved; Del Piero, Iaquinta (36' s.t. Amauri). (Chimenti, Salihamidzic, Molinaro, Marchionni). All. Ranieri.
ARBITRO: Atkinson (Ing).
NOTE: spettatori 40.000 circa. Ammoniti Nekhaychik, Grygera, Volodko, Kazantsev, Sissoko, Marchisio. Recupero 4' p.t. e 4' s.t.

Questa te la potevi risparmiare...



Mourinho rivela: 'Guadagno 14 milioni'
Alla vigilia della gara contro il Werder Brema, un Mourinho sempre in forte vena polemica non ha voluto in alcun modo parlare del derby perso domenica sera, ma solo dell'impegno di Champions che attende l'Inter domani contro il Werder Brema a San Siro. Da gustare un siparietto in conferenza stampa tra il tecnico portoghese e un giornalista, da Mourinho sfidato ironicamente a scrivere la formazione prima di una partita, e non a criticarla dopo. "Lo faccio se mi dà parte dei suoi nove milioni di ingaggio..." ha replicato il cronista, subito rettificato da Mourinho: "Non sono nove, ma 11, e con gli sponsor arrivo a 14 milioni".
(Calciomercato.com)


Senza finti moralismi: grazie da parte di tutti quelli che muoiono di fame; da parte di tutti quelli che non riescono ad arrivare alla fine del mese; da parte di tutti quelli che - in questo momento - stanno perdendo lavoro e soldi dopo il crollo delle borse americane.
Potrei andare avanti per ore.

Grazie.

lunedì 29 settembre 2008

Perchè non riportare Nedved dietro le punte?



Quando Nedved arrivò alla Juve, non ingranò subito.
La società aveva deciso di dare le "chiavi del gioco" in mano a O'Neill, l'uruguaiano ex-Cagliari.
L'unico giocatore al mondo in grado di avere la pancetta pur allenandosi con Ventrone.
Tutti quelli che criticano l'operato di Secco, adesso, fanno finta di non ricordare una delle più grosse "bufale" di mercato che Moggi prese subito dopo aver venduto Zidane al Real Madrid.
Una delle poche. Nel suo mestiere è stato uno dei più grandi di sempre. Ma ci fu anche quella.
Con la vendita di Zinedine la Juventus fu in grado di costruire uno squadrone (acquistò Buffon, Thuram, Salas e, appunto, Nedved).
Nell'indecisione su chi scegliere per comandare il gioco della Vecchia Signora, ormai orfani del francese, si preferì optare per un centrocampo a quattro (Zambrotta, Davids, Tacchinardi e Nedved).
Visto che si riscontrarono problemi uguali a quelli attuali (tanta forza fisica, poca fantasia) e visto che il buon Pavel faceva fatica ad integrarsi, Lippi ebbe l'illuminazione: utilizzo Nedved nello stesso ruolo di Zidane. Dietro le punte. Due giocatori completamente diversi, stessa efficacia.
In quel ruolo vinse il pallone d'oro.
Di colpo i problemi finirono. E arrivò il 5 maggio 2002...
Di anni ne sono passati (anche per chi scrive...), lo scatto bruciante Nedved non l'ha più. La forza fisica, invece, è rimasta la stessa. Idem per quanto riguarda i chilometri corsi durante le partite.
I vantaggi di usare questo metodo potrebbero essere molteplici: "liberare" Nedved dalla fascia sinistra; fare in modo che il giocatore (oltre a osare) dìa fastidio anche al play avversario; permettere alla squadra di assimilare un nuovo (vecchio) sistema di gioco. Ora siamo (eccessivamente) legati al 4-4-2.
Questo aiuterebbe - inoltre - l'inserimento di Giovinco in prima squadra, come alternativa a Nedved.
Nella posizione attuale del ceco non lo vedo bene.
In quella, sì.
Bisognerebbe rischiare.
Ma per vincere bisogna OSARE.
E se devo perdere, lo faccio dopo essermi giocato tutte le possibilità.
Chissà se a Ranieri verrà mai un'idea simile a quella di un ragazzo che ha scelto di nascondersi dietro ad un blog per esprimere le proprie opnioni da tifoso.
Ma che - da juventino - non ha smesso di avere voglia di vincere.
Perchè da noi conta solo quello.
Il resto sono parole.
Fumo...

domenica 28 settembre 2008

Forse sta per iniziare un "nuovo" campionato...




A San Siro stasera si è ballato il Samba: non quello di Maicon e Mancini, ma quello di Ronaldinho e Kakà.

Nonostante 3 pareggi in cinque partite (e avendo giocato ieri pomeriggio), siamo riusciti a "rosicchiare" 1 punticino all'Inter.

Che comunque non è la prima in classifica: in questo momento quel posto è occupato (con pieno merito) dalla splendida Lazio di Zarate e Pandev. E non solo loro...

Dietro la squadra capitolina ci sono il Napoli (prendere Hamsik quand'era al Brescia no, eh? Lo vedevamo tutti che quello era un fenomeno...), l'Udinese (che noi abbiamo battuto all'Olimpico), il Catania (non era un caso, come dicevo, che comunque faccia sempre risultati positivi) e l'Inter.

Il Milan, che tutti - io per primo - criticavamo, adesso è a pari punti con noi.

Anche in una serata dove comunque ha destato un'ottima impressione, continuo a sostenere che - alla lunga, a mio modo di vedere - cederà il passo a una (se non due) squadre.

Quando torneranno Pirlo, Inzaghi e Borriello, vedremo come se la caverà Ancelotti. Questa squadra - al di là di quello che sostiene Galliani - a me non sembra l'abbia costruita lui.

Comunque c'è da ammettere che ogni volta che sente "puzza di esonero", Ancelotti riesce a tirare fuori risultati incredibili. Chapeau.

Sotto di noi Roma, Fiorentina e altre belle realtà del calcio italiano (Genoa e Sampdoria su tutte).

E' un bel campionato.

A vincerlo ci sarà ancora più gusto.

Spero la pensi così anche Ranieri.

Esistono anche le sostituzioni...


Raccogliamo l'ennesimo pari di questo inizio campionato. Stiamo seguendo le orme dell'Inter di Roberto Mancini di qualche anno fa, quando riuscì a battere il record italiano di pareggi nel girone d'andata del campionato di serie A.
Ranieri è più preoccupato a punzecchiare Mourinho che non a far giocare bene (e crescere) la sua "creatura".
Dei fatti personali di Ranieri con l'allenatore portoghese, detto con la massima sincerità, non me ne frega nulla.
Ogni tanto deve sforzarsi di ricordare cosa vuol dire allenare una squadra con un patrimonio di 14 milioni di tifosi sparsi per lo stivale, oltre a tutti quelli presenti in Europa e nel resto del mondo. E alla storia che questa società si è costruita nel corso di più di 100 anni.
Se all'epoca del suo siluramento al Chelsea ci furono degli screzi con l'attuale allenatore dell'Inter, questi sono solamente fatti (suoi) personali.
All'inizio la cosa non mi interessava, ma - da tifoso juventino - inizio ad essere stufo di queste "frecciatine" a Mourinho, alle quali poi seguono delle "bordate" vere e proprie.
Che - peraltro - mi trovano anche d'accordo. Si è già fatto dare del "vecchio di 70 anni", ora del "rimbambito" che in 5 anni di lavoro svolto in Inghilterra non è riuscito a capire come si dicesse "buon pomeriggio" piuttosto di "buon mattino".
Dove vuol arrivare? Vuole innervosirlo? Pensa davvero che - continuando così - l'Inter smetta di vincere da un momento all'altro?
Sono d'accordo anch'io (su quanto sostenuto da molti) che Mourinho sia esageratamente "venerato" dalla stampa italiana (soprattutto dalla "Gazzetta dello Sport"): ogni cosa che fa sembra sia un miracolo della natura. Manca solo che (senza voler essere blasfemi) si inizi a sostenere che gli appunti che prende durante le partite in realtà siano nuove rivisitazioni dell'Antico Testamento...
A tutti questi complimenti - naturalmente - seguiranno dei "massacri mediatici" nel caso in cui l'Inter non dovesse vincere qualcosa di importante. Ma la personalità e l'ego del portoghese sono talmente forti che, comunque, nel caso riuscirà a passare anche sopra questo.
Che Ranieri lo lasci in pace. E che pensi a vincere con la Juventus.
Non mi reputo un intenditore, l'ho sempre detto.
Ma ho sempre immaginato che ogni allenatore che possiede una buona rosa si debba giocare le proprie partite con 14 giocatori.
Deve utilizzare - in pratica - SEMPRE i 3 cambi a sua disposizione.
Queste erano (e sono) una prerogativa di Lippi.
Pazienza lo scorso anno: quando ti giravi verso la panchina, ti veniva da piangere.
Ma ora i giocatori forti li abbiamo pure lì.
E DEVONO essere usati: se una partita non si sblocca o se qualcuno è a corto di energie.
Come Camoranesi ieri. Non ce la faceva più, si girava su se stesso con la palla perchè non riusciva ad affondare.
E Giovinco rimaneva in panchina...
A questa Juve (piena di muscoli e carattere) serve QUALITA'.
L'abbiamo.
In panchina. Seduta.
Ho sempre apprezzato (e continuo a farlo) Ranieri come persona prima ancora che come allenatore.
Spero solo di non dover cambiare idea.

SAMPDORIA-JUVENTUS 0-0
SAMPDORIA (3-5-1-1): Mirante; Lucchini (35' s.t. Bottinelli), Gastaldello, Accardi; Stankevicius, Sammarco, Palombo (29' s.t. Dessena), Franceschini, Pieri; Delvecchio (43' s.t. Bonazzoli), Cassano. (Castellazzi, Ziegler, Fornaroli, Padalino). All. Mazzarri.
JUVENTUS (4-4-2): Manninger; Grygera, Mellberg, Chiellini, Molinaro; Camoranesi, Poulsen, Sissoko, Nedved; Amauri, Del Piero (28' s.t. Iaquinta). (Chimenti, Salihamidzic, Knezevic, Giovinco, De Ceglie, Tiago). All. Ranieri.
ARBITRO: Rizzoli.
NOTE: spettatori:28.000 circa, di cui 7005 paganti, per un incasso lordo di 270.390 euro. Ammoniti: Gastaldello, Lucchini, Mellberg, Camoranesi. Recupero: 0' p.t. e 4' s.t..

sabato 27 settembre 2008

giovedì 25 settembre 2008

Ora chiudiamo prima le partite...



Un’errore così, Chiellini lo potrebbe ripetere (forse) tra 200 partite.
Il manto erboso dell’Olimpico fa veramente schifo.
Zenga è un ottimo allenatore. E il Catania una squadra rognosa. Ha perso (di sfortuna) con l’Inter, vinto con Genoa e Atalanta. Senza dimenticare quanto di buono ha fatto nella fase finale dello scorso campionato. Non può essere un caso.
La Juventus s’è svegliata tardi, troppo tardi. E ha “bombardato” la squadra siciliana da ogni direzione possibile e immaginabile. Quando Amauri e Del Piero hanno colpito entrambi la traversa nella stessa azione, ho capito come sarebbe andata a finire. Neanche a spingerla con le mani la palla sarebbe potuta entrare.
Le partite vanno chiuse prima.
Pazienza.
L’arrabbiatura c’è stata, il rammarico è ancora forte. Sabato si andrà a Genova, trasferta insidiosa. L’unica, peraltro, dove l’Inter ha lasciato dei punti.
Noi di punti ne abbiamo già “persi” 4 (Fiorentina e, appunto, Catania). Speriamo arrivino presto le partite dove si potranno recuperare.
Giovinco si è “messo le scarpe” (riprendendo una massima di Ranieri): ieri ha dato spettacolo, soprattutto nel secondo tempo. E’ da Juve, da un anno tutti lo andavamo ripetendo. E come lui, nei rispettivi ruoli, De Ceglie e Marchisio.
Il mistero della serata è stato quel Tiago in campo a 10 minuti dalla fine. Boh…

Ho potuto finalmente accertare che farmi la barba durante l’intervallo porta sfiga.
Come abitudine me la faccio la sera. Lo so, non fa bene al viso, ma non ho altri momenti: al mattino non se ne parla neanche per scherzo; durante la giornata sono fuori casa per lavoro; la sera è l’unico momento.
Con la Fiorentina ho guardato la partita a casa mia e - anche se si trattava di una domenica - avevo deciso di farmela tra il primo e il secondo tempo (ormai sono abituato così).
Ieri sera ci pensavo: “Non è che porta male?”
“Figurati!!!”. Mi sono detto…
La prossima volta – piuttosto - mi farò crescere la barba come quella di Garibaldi.
Col cacchio che lascio ancora due punti per strada…


JUVENTUS-CATANIA 1-1 (primo tempo 1-0)
MARCATORE: Amauri (J) al 16' p.t.; Plasmati (C) al 23' s.t.
JUVENTUS (4-4-2): Manninger; Grygera, Legrottaglie, Chiellini, De Ceglie; Marchionni (24' s.t. Salihamidzic), Poulsen, Marchisio (38' s.t. Tiago), Giovinco (38' s.t. Nedved); Amauri, Del Piero. (Chimenti, Knezevic, Ekdal, Iaquinta). All. Ranieri.
CATANIA (4-5-1): Bizzarri; Sardo, Silvestri, Terlizzi, Silvestre; Izco, Biagianti, Ledesma, Tedesco, Llama (1' s.t. Plasmati); Morimoto (15' s.t. Martinenz, 38' s.t. Baiocco). (Kosicky, Sabato, Stovini, Dica). All. Zenga.
ARBITRO: Pierpaoli.
NOTE: spettatori 22.053 per un incasso di 435.870 euro. Ammoniti Ledesma, Bizzarri, Silvestri. Recupero: 0' p.t. e 5' s.t.









mercoledì 24 settembre 2008

Quanto brucia...




Sono un tifoso, non un giornalista.
Vivo di emozioni.
E' l'aspetto più bello. Ma è anche quello che ti fa perdere l'obiettività.
E' meglio se scrivo in un altro momento. A mente fredda.
Quanto brucia...

martedì 23 settembre 2008

Vediamo se ci sarà continuità...


Giochiamo col Catania per provare ad iniziare un "filotto" di vittorie, uno di quelli indispensabili per vincere uno scudetto.
E per sentirsi di nuovo grandi.
Non dobbiamo fare la corsa nè sull'Inter, nè su altre squadre.
Dobbiamo solo guardare dentro di noi: nel nostro presente, ma anche - e soprattutto - nel nostro passato.
E smetterla di fare paragoni: ormai quella Juve non c'è più.
Di contrasto ne sta nascendo un'altra: per me sarà vincente.
Vedremo.
Intanto... Buona guarigione, David!
A presto


lunedì 22 settembre 2008

Un altro premio. Grazie Massi...

Premio Blog Vitaminico A.C.E.

Dopo aver ricevuto il premio "Premio Brillante Bloglive" dal blog di Massi, dallo stesso blogger ricevo, con immenso piacere, questo nuovo riconoscimento.


Come da regolamento pubblico il nome e il link di rimando al blog premiante:


  • E questo è il link alla pagina dove si può trovare il regolamento:



  • Anima, cuore, energia.

    Ecco i blog che ho deciso di premiare.

    Ai diretti interessati spiegherò il motivo.



  • Ringrazio ancora Massi per avermi concesso questo secondo premio, e per avermi dato la possibilità di consegnarlo - a mia volta - ad altri blog amici.

    domenica 21 settembre 2008

    Con una rosa così si può andare lontano...



    Speravo in una prestazione con un gioco convincente: è arrivata una vittoria di forza. Bene così, non poteva essere diversamente. Con una rosa ridotta ai minimi termini da infortuni e riposi precauzionali (e con Buffon che è dovuto uscire alla fine del primo tempo per un leggero stiramento), la Juventus ha dimostrato di avere una rosa competitiva.

    Con un gruppo così si può andare lontano.

    Mancava Trezeguet (e purtroppo non sarà per poco tempo), ed ecco Amauri. Che giocatore...

    Con un Sissoko nervoso e condizionato (probabilmente) anche dal Ramadan (l'hanno scorso non ce ne siamo accorti perchè arrivò a gennaio, ma questo è il periodo), Marchisio si è caricato il centrocampo sulle spalle. Dimostrando - se mai ce ne fosse stato ancora bisogno - che la Juve potrà contare anche sul suo apporto.

    A pochi minuti dalla fine si è rivisto anche Tiago: per poco che sia, va bene così.

    Molinaro ha dimostrato di non essere (attualmente) un giocatore da Juventus. Lo si può difendere sino allo stremo (e l'ho fatto anch'io), però, a mio parere personale - sino quando non imparerà a fare un cross che sia uno - non potrà vestire questa maglia. Zambrotta, quando Lippi lo "inventò" come terzino sinistro, impiegò interi pomeriggi a fine allenamento ad imparare a crossare col piede sinistro. Lui che è destro. Se lo faceva un fuoriclasse del genere, non vedo perchè non ci si debba mettere d'impegno anche il terzino di origini napoletane. Attualmente tra lui e De Ceglie (considerando anche tutti i margini di miglioramento che ha), mi ripeto, c'è un abisso.

    Ora sotto col Catania.

    L'Inter vince, noi pure.

    Ma senza quel goal di Gilardino, a quest'ora, saremmo stati primi a punteggio pieno...





    CAGLIARI-JUVENTUS 0-1 (primo tempo 0-1)
    MARCATORE: Amauri al 39' p.t.
    CAGLIARI (4-4-2): Marchetti; F. Pisano, Bianco, Lopez, Agostini; Fini (Jeda dal 17' s.t.), Biondini, Cossu, Parola (Lazzari dal 34' s.t.); Matri, Larrivey (Acquafresca dal 1' s.t.). (Lupatelli, Astori, Burrai, Matheu). All. Allegri
    JUVENTUS (4-4-2): Buffon (Manninger dal 1' s.t.); Salihamidzic, Mellberg, Chiellini, Molinaro; Marchionni, Sissoko (Tiago dal 15' s.t.), Marchisio (De Ceglie dal 30' s.t.), Nedved; Iaquinta, Amauri. (Knezevic, Legrottaglie, F. Rossi, Giovinco). All. Ranieri
    ARBITRO: Brighi di Cesena
    NOTE: Spettatori 10.000 circa. Ammoniti Bianco, Marchisio. Recupero 0' p.t. e 3' s.t.

    sabato 20 settembre 2008

    A Cagliari per vincere



    PARIGI, 20 settembre 2008 - Un intervento per evitare la rottura del tendine del ginocchio destro. Vale a dire quattro mesi di stop. "Questa operazione è la cosa migliore da fare, avrei potuto ancora aspettare ma c'era il rischio di subire la rottura del tendine rotuleo, lo stesso infortunio che ha subito Ronaldo. Non avevo voglia di finire allo stesso modo". David Trezeguet, attaccante della Juventus, lo ha confessato in un'intervista al quotidiano francese L'Equipe.
    AMAREZZA - L'attaccante commenta con amarezza lo stop che lo costringerà a intervenire chirurgicamente per risolvere la tendinopatia che lo affligge da tempo. "Questa operazione mi permetterà di prolungare la mia carriera di cinque o sei anni - spiega l'attaccante francese - quattro mesi di stop non sono così tanti. Voglio pensare positivamente, sarò di ritorno nel 2009 con bei appuntamenti, come gli ottavi di finale di Champions League, la parte finale del campionato di serie A e la coppa Italia".
    (gazzetta.it)

    E’ meglio così.
    Si operi e si riprenda con calma.
    Per la Juve è un brutto colpo: i sostituti non mancano, ma preferisco sempre avere problemi di abbondanza piuttosto che ritrovarmi con i giocatori contati.
    Le rose larghe servono a questo.
    Ad inizio campionato sembrava avessimo troppi attaccanti, ora si capisce che basta un niente per trovarsi con il numero “giusto” di giocatori per affrontare (al momento) 3 competizioni. Con grandi ambizioni.
    A questo punto Giovinco potrebbe avere il giusto spazio che merita, purtroppo non per meriti personali ma a causa di un brutto infortunio di un compagno di squadra.
    Anche Del Piero esplose quando la Juve dovette fare a meno di Roberto Baggio.
    In quel contesto l’assenza si presentava ancor più drammatica (per anni eravamo Baggio-dipendenti); ora quello del francese sicuramente ci creerà dei problemi, ma con Amauri, Iaquinta, Del Piero e lo stesso Giovinco siamo (ancora) abbastanza coperti.
    Si riparte da Cagliari.
    Una Juve diversa rispetto a quella che ha affrontato lo Zenit proverà a vincere per scalare le prime posizioni.
    A seconda dal modo in cui giocheremo (prima ancora del risultato) si capirà se abbiamo veramente una buona rosa.
    L’hanno scorso vincemmo “con le palle”, come mimò con un gesto liberatorio Buffon sotto lo spicchio dei tifosi juventini a fine partita.
    Adesso mi piacerebbe vincere col gioco.






    giovedì 18 settembre 2008

    Ora bisogna trovare uno spazio anche per Giovinco



    La partita di ieri sera l’abbiamo vinta grazie ai nostri fuoriclasse.
    Buffon e Del Piero, avessero giocato con i russi, avrebbero fatto vincere loro la partita.
    Arshavin e Danny messi insieme non fanno un Del Piero.
    Senza nulla togliere al loro valore (che peraltro hanno dimostrato, in parte, durante l’incontro), si è vista la differenza tra due grandi giocatori ed un fuoriclasse. Non so dire con certezza assoluta se uno di loro sarebbe in grado di imitare una punizione simile a quella tirata da Del Piero. Mi sento sicuro nell’affermare che loro non l’avrebbero mai “pensata” una soluzione simile, in quel momento.
    La differenza è questa.
    La Juventus dello scorso anno entrava in campo con l’orgoglio e la rabbia di chi si sentiva defraudato di qualcosa, e che voleva tornare “grande” (e vincere) nel minor tempo possibile.
    Ma era una squadra costruita male, poggiava (in teoria) su un centrocampo inesistente (Almiron e Tiago) e male assortito, su una difesa incerta e su un attacco forte ma (sembrava) ormai avanti con l’età.
    Dopo i primi quattro mesi di sbandamento (e con l’arrivo del mercato invernale) le cose sono notevolmente migliorate.
    Camoranesi si è ripreso dall’infortunio; Legrottaglie è diventato un pilastro insostituibile della difesa; Chiellini è stato spostato al centro dove, partita dopo partita, ha preso sempre più sicurezza.
    Sino a diventare un campione (basti pensare all’Europeo che ha giocato).
    Cristiano Zanetti ha retto quasi da solo il centrocampo, aiutato dal miglior acquisto possibile nel mercato invernale (Sissoko) e dal solito Nedved.
    Del Piero, Trezeguet e Iaquinta sono stati semplicemente eccezionali.
    A questa squadra sono stati aggiunti Amauri, Poulsen ed i nostri giovanotti terribili, che tutti – a partire dalla tifoseria – volevano rivedere a Torino.
    Tra Molinaro e De Ceglie c’è un abisso. Anche il problema del terzino sinistro (o fluidificante) dovrebbe/potrebbe essere risolto.
    Grygera – giocasse con un po’ più di continuità come ieri sera – garantirebbe una buona copertura in difesa. E qualche spunto interessante in avanti.
    Il vero problema potrebbe essere quello di trovare uno spazio a Giovinco.
    Mentre per Marchisio le occasioni (meritatissime) non mancheranno, per il piccolo fantasista la collocazione in questa Juve deve essere ancora trovata.
    Uscito Camoranesi, ieri sera, si è vista la differenza. Confermati i due attaccanti di ruolo, e non avendo “uno Zidane” che lancia le punte, sarebbe necessario trovare un sistema di gioco che permetta alla Juventus di avere, in alternanza, uno tra l’italo-argentino e Giovinco in campo.
    Il fisico ed i muscoli non ci mancano, abbiamo già trovato il giusto equilibrio.
    Quando sistemeremo questo ultimo tassello, saranno dolori.
    Per gli altri, s’intende.


    mercoledì 17 settembre 2008

    Siamo tornati. Scusateci...




    Con un capolavoro di Alex Del Piero la Juventus batte un grande avversario.
    Forte fisicamente e con una qualità di gioco elevatissima, la squadra russa potrebbe togliere dei punti anche al Real Madrid. Se saremo bravi a sfruttare gli incontri casalinghi, avremo ottime possibilità di passare il girone.
    L'importante, comunque, era iniziare con una vittoria.
    Perchè giocavamo in casa e perchè tornavamo, finalmente, nel calcio che conta dopo due anni.
    Di anni ne sono passati 13, da quando a Dortmund Del Piero iniziò ad essere Pinturicchio. In quella serata, la "promessa" divenne "campione".
    Questa sera è "tutta la Juventus" ad essere tornata grande.
    Aver concesso così poco allo Zenit, nonostante il loro prolungato possesso di palla, è stato importantissimo.
    Fondamentale (ormai non fa più notizia) Buffon.
    Adesso siamo veramente "squadra".
    Il mio ottimismo estivo era confermato dalla convinzione (mista a speranza) che la Juve ripartisse dalle buone cose mostrate la scorsa stagione per fare un ulteriore salto di qualità.
    Con tutto il rispetto per Molinaro, De Ceglie è un'altra cosa.
    Nonostante l'infortunio a Camoranesi ed il nervosismo per non riuscire a sbloccare la partita, la Juve non ha mollato. Mai.
    Se Advocaat non si ricordava bene come giocasse la Juventus (sue dichiarazioni), bastava semplicemente si guardasse qualche video - preso a caso - di una partita giocata nelle precedenti edizioni della Champions.
    Cambiano gli interpreti, ma la Juventus è sempre lei.


    Ora pensiamo al Cagliari.




    JUVENTUS-ZENIT 1-0 (primo tempo 0-0)
    MARCATORE: Del Piero al 30’ s.t.
    JUVENTUS (4-4-2): Buffon; Grygera, Legrottaglie, Chiellini, Molinaro (dal 12’ s.t. De Ceglie); Camoranesi (dal 31’ p.t. Salihamidzic), Poulsen, Sissoko, Nedved; Trezeguet (dal 42’ s.t. Amauri), Del Piero. (Manninger, Mellberg, Marchisio, Iaquinta). All. Ranieri.
    ZENIT (4-3-3): Malafeyev; Anyukov, Krizanac, Puygrenier, Sirl; Denisov, Tymoschuk, Zyryanov (dal 35’ s.t. Dominguez); Arshavin, Pogrebnyak, Danny. (Contofalski, Hubocan, Kim, Radimov, Fayzulin, Ricksen). All. Advocaat.
    ARBITRO: De Bleeckere (Ola).
    NOTE: spettatori 20.853 per un incasso di 641.925 euro. Ammoniti Pogrebnyak per proteste, Sirl e Salihamidzic per gioco scorretto. Recupero: 1’ p.t., 3’ s.t.

    martedì 16 settembre 2008

    Verso Juventus - Zenit...

    Il mio primo premio...



    Nella serata di oggi ho ricevuto un commento che mi ha reso semplicemente felice. Senza tanti giri di parole.
    Un blogger amico, Massi, di dichiarata fede sportiva interista, mi ha fatto pervenire (nei modi che spiegherò a breve) il premio "Brillante Webloglive".
    Il blog di Massi lo si può trovare a questo indirizzo:





  • Il premio " Brillante Webloglive " ha lo scopo di promuovere la bloglive nel mondo.Viene assegnato ai siti o blog che risaltano per la loro brillantezza nel design e nei contenuti. Le regole sono:
    - 1) nel ricevere il premio, devi scrivere un post mostrando il premio e citando il nome di chi ti ha premiato, e il link del suo bloglive;
    - 2) scegli un minimo di 7 bloglive (o di più) che credi siano brillanti nei loro temi o nei loro design.Esibisci il loro nome e il loro link. Quindi avvisali di aver ottenuto il premio "brillante WEBLOGLIVE.";
    - 3) facoltativo: esibisci la foto (il profilo) di chi ha premiato e di chi viene premiato nel tuo bloglive.

    Ecco i 7 blog che ho scelto:




  • Avendo la possibilità di scegliere almeno 7 blog da premiare, mi sono trovato sinceramente in difficoltà. Avrei elencato tranquillamente tutti quelli presenti nella lista degli amici, ho preferito invece sceglierne 6 tra quelli che considero vicini da tempo al mio, più uno sulla "fiducia". Un blog al quale credo molto anche se è appena "nato" (diciamo così, il proprietario mi capirà). Il blog di cui parlo è: "Zonajuventus".
    Gli altri 6 li ho scelti, come detto, tra amici virtuali (e non) conosciuti ed apprezzati in questi miei primi mesi da blogger.
    Mi riferisco a "Zebrone84" e "Pianeta Juventus" (degli amici Filippo e Amelio) e al blog "Alex Del Piero blog".
    Non potevo non premiare "Colombina", con il suo bellissimo sito.
    Per ultimi ho lasciato - volutamente - Marco e Massim.
    A Marco ho dedicato già diversi post e infiniti pensieri: è la scoperta più bella avuta da internet.
    Di Massim. sono un ammiratore, più che un "collega" blogger.
    Ha la capacità - quando scrive - di trasmettere emozioni. Per me è già un grande scrittore, penso sinceramente lo diventerà a tutti gli effetti tra qualche anno.
    Quando riceverà premi ancora più importanti, mi farebbe piacere si ricordasse anche di questo.
    Ringrazio ancora Massi per avermi dato questo premio.
    Dirlo ora è fin troppo facile, ma avevo intuito in lui grandi qualità da qualche tempo. Il fatto di essere interista e di avere comunque instaurato un bel rapporto con il sottoscritto gli fa onore.
    Grazie ancora.

    lunedì 15 settembre 2008

    Non ci si sposa a settembre...


    Un mio amico sostiene che ci si debba sposare solo negli anni dispari, in estate. Più precisamente nei mesi di luglio o agosto.
    Il motivo è semplice: niente mondiali di calcio, niente europei, la serie A è già terminata da un pezzo, nessuna finale di coppa. Insomma: niente calcio.
    La stessa cosa non si può dire la pensino i due sposini che ieri pomeriggio mi hanno invitato al loro bellissimo matrimonio in Toscana.
    Cerimonia semplice, buffet con cena in una villa immersa nel verde. Tutto quanto molto carino.
    Incantevole.
    Non fosse altro che il matrimonio si è celebrato alle 15.30 (addio gran premio e giornata di serie A) ed il resto si è protratto nel corso della serata, proprio durante Juventus-Udinese.
    Voglio bene ad entrambi i coniugi, ma - durante la partita - avrei dolcemente "strozzato" entrambi.
    Ci si sposa solo d'estate, quando il calcio è fermo.
    Di tanto in tanto mi arrivavano gli sms di un caro amico che mi ha tenuto compagnia durante la serata, conoscendo bene il mio stato d'animo.
    Ad un certo momento sento un brusio, vibra il cellulare sul tavolo, leggo di corsa il messaggio: "Amauriiiii!!!!" Con relativa faccina sorridente.
    Preso da un impeto di gioia scatto tra le sedie, esco dallo stanzone nel quale mi trovavo per andare ad avvertire il resto della "truppa juventina".
    Mi imbatto nel festeggiato: viso sereno, la tensione è ormai un lontano ricordo. Mi guarda, sorridente: 15 anni di fidanzamento, finalmente il matrimonio con la sua amata. E' felice.
    Io lo ero di più.
    Lo guardavo, nel tentativo di bloccarmi e di calmarmi, dalla bocca mi esce soltanto una parola, di quattro lettere: "GOAL"...
    Il mio matrimonio dura da una vita, la Vecchia Signora mi stava regalando un'altra gioia. Dribblo il festeggiato, che - sorridente (ormai mi conosce bene...) - mi fa passare. Vado a festeggiare con gli altri "gobbi".
    Questa vittoria ha un sapore diverso...
    Un anno fa l'Udinese ci sconfisse in casa, mettendo in luce tutti i nostri difetti. In quella partita perdemmo per infortunio anche Camoranesi.
    Ora è diverso: questa Juve è più solida, ha una sua precisa identità. Quando diventerà più concreta inizierà a vincere "filotti" di partite come non fa da tempo.
    Pur non avendo visto la partita, immagino come abbia giocato: nello stesso modo con cui ha affrontato l'Artmedia.
    Gli avversari erano ben diversi, la Juve no. Lei era la stessa.
    E' questa è la notizia più bella. Cambiano gli avversari, ma noi giochiamo sempre allo stesso modo: testa bassa e ricerca accanita, quasi ossessiva, del possesso palla e del goal.
    Quando giocheremo partite del genere anche con grandi squadre, allora potremmo iniziare a pensare in grande.
    Lo Zenit è alle porte.
    Potrebbe essere una buona occasione per vedere di che pasta siamo fatti.
    Mercoledì farò un tifo pazzesco, come al solito.
    Davanti alla televisione.
    Niente matrimoni.
    Ci si sposa solo in estate...



    JUVENTUS-UDINESE 1-0 (primo tempo 0-0)
    MARCATORE: Amauri al 22' s.t.
    JUVENTUS (4-4-2): Buffon; Grygera, Mellberg, Chiellini, De Ceglie; Camoranesi (42' s.t. Del Piero), Sissoko, Poulsen,Nedved; Amauri (42' s.t. Trezeguet), Iaquinta (35' s.t. Marchionni). (Manninger, Knezevic, Salihamidzic, Marchisio). All. Ranieri.
    UDINESE (3-4-3): Handanovic; Ferronetti, Coda, Lukovic; Motta (26' s.t. Isla), D'Agostino, Inler, Pasquale; Pepe (30' s.t. Floro Flores), Quagliarella, Di Natale (13' s.t. Sanchez). (Belardi, Sala, Domizzi, Tissone). All. Marino.
    ARBITRO: De Marco di Chiavari.
    NOTE: spettatori 20.000 circa. Ammonito Ferronetti. Recuperi: 2' p.t. e 4' s.t.

    venerdì 12 settembre 2008

    giovedì 11 settembre 2008

    mercoledì 10 settembre 2008

    Verso Juventus - Real Madrid...



    Alessandro Del Piero, Gigi Buffon e Zinedine Zidane in attesa della sfida di Champions League contro il Real Madrid: dalla prima volta nel ’62, fino alle grandi rimonte degli ultimi anni guidate da Capello e Lippi. L'intervista è andata in onda su Sky.

    Del Piero
    Sono passati solo due anni, anche se sono stati lunghi, ma quell’atmosfera, quella che si respira in partite come quelle contro il Real, non te le dimentichi mai…

    Zidane
    Sono contento di rivedere questa partita, ho giocato in questi due club e, adesso che sono fuori, me la voglio godere. Sarà bello anche per la Juve, sono contento di vederla di nuovo in Champions League.

    Buffon
    Per le caratteristiche che abbiamo possiamo essere una squadra che fa meglio in Champions che in Campionato. Di sicuro, con una squadra come la nostra, non avrò mai paura di andare in alcun campo, neppure il più caldo e il più importante. So che ce la possiamo giocare con tutti. Una cosa è sicura: l’impegno non verrà mai meno e la maglia sarà sempre sudata.

    Zidane
    Rivedere la Juve tornare in A e poi in Champions è bellissimo. Io vivo a Madrid, andrò al Bernabeu, forse…

    Del Piero
    A Zidane mi lega un rapporto di grandissima stima. Abbiamo avuto modo di conoscerci molto, anche fuori dal campo. La simpatia che c’è non nasce solo dal terreno di gioco, dove abbiamo comunque avuto una sintonia particolare. Giocare con lui è stato un piacere e un onore. Abbiamo condiviso tante vittorie e, purtroppo, alcune sconfitte. Io mi porto sempre dentro l’amicizia e la stima nei suoi confronti. In campo se ne sono visti pochi come lui, pochi hanno avuto un ruolo come il suo di catalizzatore di gioco, di gestore di palloni, qualità al servizio della squadra.

    Zidane
    Del Piero è sempre stato un grande giocatore. Ha avuto un momento di difficoltà dopo l’infortunio ma, per il resto, la sua carriera è sempre stata straordinaria. Non mi sorprende che abbia vinto la classifica cannonieri, ha sempre dimostrato il suo valore, perché stupirsi?

    Del Piero
    Dalla prima volta contro il Real sono passati un po’ di anni. Mi ricordo la prima, quando Laudrup giocava ancora con la maglia del Real. Devo dire che, alla fine, nel corso degli anni questo Real lo ritrovo sempre e sono contento che sia così. Vuol dire essere al top.

    Buffon
    Io non ho rimpianti, diciamo che senza la Champions in questi due anni ho giocato di meno e mi sono preservato per il futuro. Ma quanto mi è mancata… E magari sarà anche l’occasione per ricevere qualche premio importante, vedo che i portieri sono abbastanza considerati (Cech premiato di recente, ndr), solo che in questi anni io non c’ero. Vediamo di rimediare.

    Buffon
    I miei ricordi con il Real? Il rigore parato a Figo al Delle Alpi, il boato del Delle Alpi, il raggiungimento della finale. Anche se non voglio più giocarne di finali, nel senso che la prossima non mi basta giocarla, voglio vincerla. Quella semifinale al Delle Alpi, però, la ricordo come se fosse oggi, una giornata da sogno, per quelle emozioni, per vedere quel tripudio, voglio tornare in Europa. Quella partita è la più grande emozione della mia carriera, dopo il Mondiale.

    Zidane
    Ho giocato cinque anni nella Juve, ho dei ricordi meravigliosi, i miei compagni sono sempre stati fantastici con me. A Torino ho ancora molti amici, ho bellissimi ricordi. Ancora vedo e sento amici torinesi, il mio amico Cristiano, che fa il tassista e tanti altri. La Juve in B non è stata una cosa bella per il calcio, vorrei vederla sempre in alto.

    Zidane
    Io questa partita l’ho sempre persa a Torino e a Madrid, insomma non sono mai stato molto fortunato. Colpa mia? Chissà, forse… Ricordo quando ci hanno travolto al Delle Alpi, io giocavo nel Real. Che partita hanno giocato.
    (Calciomercato.com)

    Ci divertiremo. Questo è sicuro. Per noi sarà comunque una festa: dopo quello che abbiamo passato, è giusto vivere le partite che giocheremo col Real in questo modo.
    Poi...
    Poi siamo la Juve. E a me non basta partecipare. Voglio anche vincere.
    Sento aria di Champions.
    Abbiamo dei limiti, ma anche dei punti di forza.
    Siamo bravi a riconoscere i nostri punti deboli, un pò meno ad essere (il giusto) ambiziosi.
    Abbiamo paura di rimanere "scottati" un'altra volta, di subire altre delusioni.
    Mi sbaglierò, ma ogni volta che ci capita qualcosa di buono diventiamo quasi pessimisti.
    Spero che i risultati ci aiutino a cambiare questo nuovo modo di pensare.
    Sono grato a Moggi per quanto ha fatto alla Juve in tutti questi anni. E' stato "incastrato " in un tranello orchestrato da chi partecipava ai suoi stessi giochetti. Forse anche da qualcuno all'interno della Juventus (inteso come proprietà).
    Però anche lui ci ha messo del suo.
    Tutto questo ormai è passato. A me interessa il calcio giocato.
    Il tifoso vive di emozioni.
    Tutto passa, la Juve resta.
    Spero si torni a vincere presto.

    Chi è juventino mi capirà.

    lunedì 8 settembre 2008

    Meglio Zoff o Buffon?

    GRADISCA D'ISONZO (Gorizia), 8 settembre 2008 - A Bruno Zoff, cugino di secondo grado del grande Dino, vengono in mente i falegnami: "Quando uscivamo da scuola, non andavamo dritti a casa. All’una ci aspettavano i falegnami davanti a un portone che faceva da porta. Il piccolo Dino parava quegli omoni che giocavano anche nella Marianese. E loro ci rimanevano di sasso, come i ciprioti davanti a Buffon...". A Giorgio Brescia, ex compagno di squadra di Dino nella Marianese, viene in mente il derby con la San Marco di Gradisca: "Partita calda. Dino fa quattro miracoli, come Buffon l’altra sera a Cipro, poi 4-1 per noi". Quelli di Mariano de Friuli, paese natale di Dino Zoff, ormai non hanno dubbi: Gigi Buffon ha raggiunto il livello del loro amatissimo compaesano. Quei due (azzurri, juventini, campioni del mondo...), sono della stessa pasta, di uomo e di campione. Guardano Gigi e ripensano a Dino.
    POSTE - Giorgio Brescia ieri era al campo di Gradisca d’Isonzo, dove si sono allenati gli azzurri, 5 km da Mariano. Conserva nel portafoglio una vecchia foto in bianco e nero: tre ragazzini. Quello accosciato è Dino Zoff, il biondino in piedi è Giorgio Brescia: "Lui in porta, io mediano. Gli tiravano, anche i grandi e poi si chiedevano: "Ma se prima era là come fa ad essere lì?". Non ti accorgevi quando si spostava. Sempre piazzato e mai una scenata. Buffon è più spettacolare, fa quelle uscite da gatto sui piedi, come a Cipro, che Dino non aveva. Ma è un altro calcio. La resa è identica. Io lavoravo alle Poste. Nell’82 esposi un ritratto di Dino alto così. L’ispettore mi disse: "Ma ce l’abbiamo il permesso?". "Il permesso? Mica si vince un Mondiale tutti gli anni!". Le donne lo lucidavano ogni mattina. E’ rimasto lì finché non si è consumato".
    METRO - Quella notte dell’82 il papà di Dino aprì la cantinetta di casa e fu festa fino all’alba. Nel 2006, grazie a Buffon, Mariano provò emozioni del genere. Oggi Bruno Zoff andrà al campo di Gradisca a vedere l’ombra giovane di suo cugino: "Sì, si assomigliano. Non solo per le parate. Gigi mi ricorda Dino per la serietà della persona. E io so quanta stima abbia Dino per Gigi. Buffon è lo Zoff moderno. O, se vuole, Zoff era un antico Buffon... Posso dirlo: oggi Gigi ha raggiunto il livello altissimo di affidabilità e di rendimento che dava il miglior Dino. Io me lo ricordo nelle sfide con i falegnami e nelle nostre partite eterne, o sul campetto accanto al torrente Versa o in cortile. Abitavamo nella stessa casa. Dino era finito in porta perché era il più piccolo". Così piccolo che il presidente della Marianese lo portava ogni sabato a misurarsi col metro giallo della falegnameria Sirtori: 1.49 a 14 anni. Poi un giorno il Sirtori esclamò: "O si è ristretto il metro, o il bocia è cresciuto!". Crebbe di 20 cm in tre anni. E si ritrovò all’Udinese.
    DIFENSORI - A Udine, l’ultima volta che passò la Nazionale (10-10-98), Dino Zoff era in panchina e Gigi Buffon tra i pali. E’ stato Zoff a consacrare Buffon titolare azzurro. Quel giorno del ’98 tutta Mariano del Friuli accorse allo stadio Friuli per onorare l’amico Dino, allenatore della Nazionale. Ricalcarono i 30 km che nel ’61 facevano in bici per tifare l’amico Dino, portiere dell’Udinese. Mercoledì lo rifaranno per Buffon. "Dino ha fatto diventare juventina quasi tutta Mariano - spiega il cugino Bruno -, quindi per Buffon qui c’è tanto affetto". Una differenza tra i due esiste: Gentile proteggeva Zoff da Maradona e Zico più di quanto Barzagli abbia fatto con i ciprioti. Ma qui, a Mariano del Friuli, dalle parti del "Museo Zoff", allestito dall’amico Felice Tofful, non trema nessuno. Gigi assomiglia a Dino e questo basta.
    (Gazzetta.it)

    Secondo me, tra i due, il migliore è Buffon.

    domenica 7 settembre 2008

    L'avevo detto...




    ROMA, 7 settembre - L'ultimo posto in classifica è costato caro a Zdenek Zeman. Dopo tre turni di campionato, infatti, il boemo è stato esonerato dalla Stella Rossa di Belgrado. Secondo quanto riportano i giornalisti serbi, l'ex tecnico di Foggia, Lazio e Roma è stato licenziato dopo una riunione di emergenza tenuta nella tarda serata di ieri dai vertici del club. La Stella Rossa è ad otto punti di distanza dagli storici rivali del Partizan di Belgrado che ora comandano la classifica a punteggio pieno.
    (Corriere dello Sport.it)


    L'avevo scritto (leggi qui): sarebbe durato meno dei 7 mesi dell'allenatore che lo precedette (Aleksandar Jankovic).

    Zeman ha fatto la propria fortuna "vendendo" un'immagine di sè ad un popolo di ciechi (gli appassionati di calcio italiani anti-juventini): un Robin Hood del calcio che lottava contro mafiosi potenti che volevano distruggere questo sport e i suoi praticanti.

    Il delicato tema del doping (che sta a cuore a tutti, ai calciatori in primis, visto che la salute è la loro) è stato un tema "sfruttato" dall'allenatore boemo per nascondere la lista spaventosa degli esoneri che aveva accumulato nel corso degli anni. Nessun presidente lo avrebbe mai contattato se non fosse stato un "personaggio".

    Ha mostrato un'idea di calcio impossibile da realizzare, nella quale tutti si divertivano (gli avversari per primi).

    Tutti ad andargli dietro, a dire che la colpa di tutto il male era del "Palazzo". Nessuno che aprisse gli occhi per vedere che - anche all'estero - i risultati in ambito sportivo erano gli stessi.
    Detesto l'ipocrisia, ma mi mostro sempre tranquillo e sereno di fronte a lei: le cose, prima o poi, escono sempre fuori.

    Il problema di Zeman è che, ora che non c'è più Moggi, non saprà cosa inventarsi.

    Di fronte a drammi simili a quello che ha colpito Borgonovo (e dei quali tutti ora ne siamo informati), è giusto che se ne occupino persone come Massimo Mauro e Gianluca Vialli: con la loro fondazione, con il loro interesse vero.

    E, soprattutto, con la sincerità di chi è veramente preoccupato per la salute degli atleti.

    Nessun titolo sportivo o aumento d'ingaggio possono giustificare un danno alla propria salute.


    Fondazione Vialli e Mauro

    venerdì 5 settembre 2008

    giovedì 4 settembre 2008

    mercoledì 3 settembre 2008

    Ecco cosa manca a noi...

    A noi manca l'entusiasmo.
    Quello che viene sprigionato dalle vittorie, dai momenti nei quali capisci che un progetto sul quale tutto l'ambiente (società, giocatori e tifosi) aveva fiducia è diventato realtà.
    In questi giorni ho ripensato agli acquisti principali del Genoa (Diego Milito) e del Milan (Ronaldinho), all'entusiasmo contagioso che è succeduto a queste due operazioni di mercato.
    E ho provato un pizzico d'invidia.
    Lo confesso, non c'è nulla di male.
    Non credo al progetto Milan, apprezzo invece quello del Genoa (augurando loro che Preziosi non combini altri guai come è già capitato nel suo personale passato, non solo rossoblù).
    Ma loro adesso hanno entusiasmo, si divertono.
    Potranno anche perdere, ma comunque avranno visto qualcosa di bello. L'avranno anche vissuto nella giusta maniera.
    Noi tifosi juventini, non per colpa nostra, siamo arrabbiati. Insoddisfatti. Da tempo.
    Abbiamo subìto (almeno noi di sicuro, questo nessuno lo potrà negare) delle "botte" mica da ridere. Stiamo provando ad avere fiducia quantomeno nei giocatori, nella speranza che qualcosa di buono accada.
    Buffon, Nedved, Trezeguet, Camoranesi, Chiellini, naturalmente Del Piero: su di loro principalmente ci stiamo aggrappando affinchè la Juventus risorga. E torni ad essere quella di un tempo.


    Dal sito della Gazzetta:
    SOGNO REALIZZATO - Proprio perché l'argentino fu il giocatore più in vista di quel Genoa che nel 2005, battendo il Venezia all'ultima giornata, conquistò la serie A, per poi vedersela negata e dover ricominciare dalla serie C. Adesso la storia si è chiusa, con Milito che può davvero gustarsi la massima serie con la maglia rossoblu. E Preziosi per lui spende parole di miele: "Ho trattato e avuto giocatori importanti, ma questo è il più grande e il miglior investimento: lui era un sogno che abbiamo realizzato. È un modo per chiudere il cerchio con il passato, e io credo così di aver fatto il mio dovere. Diciamo che ci siamo ricompattati, la scacchiera è completa e la partita può iniziare".
    FOLLIE - Dal canto suo Milito non si tira indietro, e promette di continuare a segnare, come fece in quell'anno di cui sembrava, quasi, non si potesse più parlare. Ma con lui di nuovo al Genoa le ferite sembrano essersi rimarginate: "Ringrazio il presidente Enrico Preziosi e il figlio Fabrizio per avermi voluto qui: quando andai via tre anni fa dissi arrivederci e non addio perché volevo ritornare, questa è la mia casa. Quanti gol prometto? Spero di farne più di quindici, ma il Genoa è fatto non solo da me, ma di tanti giocatori di valore". Che però, davanti al Principe, un po' scompaiono: emblematico, ieri sera, l'arrivo di Roman, centrocampista uruguaiano, allo Sheraton, dove già tanti tifosi erano in attesa: ignorato completamente. Ma per capire la follia amorosa che ha preso i genoani, forse, può bastare il racconto di un tifoso rossoblu durante la veglia davanti all'albergo: "Io abito a poca distanza da qui, ma questa sera ho accompagnato mia moglie a casa, salutato i figli e gli ho detto che non sarei tornato. Ho preso una stanza qui allo Sheraton: domattina forse faccio colazione con Milito". E questo tifosi sì, che è davvero Mìlitico.

    (l'arrivo nella notte di Milito all'hotel Sheraton di Genova)


    (le più belle immagini dell'arrivo di Ronaldinho al Milan)


    Si pensa spesso che il tifo della Juventus sia sobrio, che l'entusiasmo non sia di casa dalle nostre parti.
    Invece non è così.
    Il tifoso è uguale ovunque. Diverse sono le cose per le quali si gioisce, ma l'amore per la squadra è lo stesso.
    E per scatenare l'emozione della persona-tifoso ci vuole poco: basta saperlo pungolare nella giusta maniera.
    La Juventus giocò due partite a San Siro, usandola come casa propria, in occasione della prima volta come Lippi allenatore: 85.000 persone in entrambe le partite.
    Andò a Palermo per il ritorno della Supercoppa Europea: stadio esaurito.
    E' sempre stato così.
    Sia questa che la passata dirigenza non hanno mai fatto nulla di veramente concreto per avvicinare i tifosi: prezzi alle stelle per i non abbonati nelle partite allo stadio, poche iniziative che permettessero a chi non può spendere molti soldi (la stragrande maggioranza delle persone) di stare vicino alla squadra.
    Pensavo che - almeno con la nuova società - queste cose potessero cambiare.
    Ho appena letto i prezzi per la partita di Champions con lo Zenit: volevo andare a Torino, ci sto ripensando.
    Non sempre - tornando ai grandi acquisti - un mercato sontuoso vuol dire vittorie, gioco e risultati.
    Però - se la memoria non mi tradisce - l'ultima volta che mi ricordo entusiasta di un giocatore approdato a Torino risale al lontano 1992. Vialli era stato appena comprato dalla Sampdoria.
    Dopo i primi due anni difficli, sappiamo tutti come è andata a finire.
    Siamo capaci anche noi tifosi juventini di festeggiare qualcosa di importante, se solo ce ne venisse data la possibilità.
    Ricordate il famoso scudetto del 2005, il 28°, quando la società decise di affittare un pullmann scoperto e di girare per le vie di Torino?
    Ci furono decine di migliaia di persone per la strada, uno spettacolo pazzesco.
    Io c'ero.
    Vorrei tornarci per lo stesso motivo.


    martedì 2 settembre 2008

    3 settembre 1989



    « Se mai c'è stato uno per cui bisognava ritirare la maglia, era Gaetano Scirea, grandissimo calciatore e grandissima persona »
    (Enzo Bearzot, ex C.T. della nazionale italiana, 2005)
    « Purtroppo non ho potuto conoscere Scirea come persona ma solo come tifoso. L'ho visto sollevare la Coppa del Mondo e anche per questo era un mio mito. In questi anni ho cercato spesso di imitarlo e sono onorato che qualcuno mi paragoni a lui. »
    (Alessandro Del Piero, calciatore della Juventus e della Nazionale Italiana, dopo la intitolazione della "Via Gaetano Scirea" a Torino, 13 maggio 2008)

    Gaetano Scirea (Cernusco sul Naviglio, 25 maggio 1953 – Skierniewice, 3 settembre 1989) è stato un calciatore e allenatore di calcio italiano.

    Insieme a Franz Beckenbauer e Franco Baresi è considerato il miglior interprete del ruolo di libero. Antesignano del difensore moderno, era dotato di notevole visione di gioco e grande capacità di dettare i tempi del reparto arretrato, cui si sommava l'abilità di trovare spesso la via della rete (32 gol tra campionato e nazionale, cifra ragguardevole per un difensore). Oltre a queste doti tecniche possedeva un fair play fuori del comune, considerando che in tutta la sua carriera professionistica non subì mai un'espulsione.


    « E invece nessuno è stato grande come Gaetano, perchè gli altri, compresi i sommi Beckenbauer e Baresi, erano difensori che avanzavano, lui era difensore in difesa, centrocampista vero a centrocampo, attaccante vero in attacco. Era unico. »
    (Dall'articolo Un muro, un panino e la storia cominciò. La Gazzetta dello Sport, 3 settembre 1999.)

    (wikipedia)

    Se penso alla Juventus mi vengono in mente tre parole: STILE, CLASSE e POTENZA. In sintesi: Gaetano Scirea.

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