sabato 22 dicembre 2007

Scommesse on line: sospesi Starace e Bracciali

MILANO, 22 dicembre 2007 - E tre. Sono diventati ufficialmente tre gli squalificati per le scommesse on line dei tennisti, e sono tutti italiani. Dopo Alessio Di Mauro, ieri è arrivato il verdetto dell’Atp anche per Potito Starace (6 settimane) e Daniele Bracciali (3 mesi). Dopo la pesante punizione comminata a Di Mauro — stop di 9 mesi e multa di 60 mila dollari — l’organizzazione che gestisce il circuito dei tennisti professionisti ha accettato il patteggiamento della condanna per Starace e Bracciali, giocatori più noti e di miglior classifica del mancino siciliano, già protagonisti più volte in coppa Davis.
ATTENUANTI - L’accordo fra Atp e giocatori verte sulle modalità di sospensione e anche sull’entità della multa, in considerazione anche delle somme puntate, del minor lasso di tempo in cui sono state scommesse e del fatto che, entrambi gli azzurri, volontariamente e parecchio tempo fa avevano interrotto la loro attività anti-regolamentare. Ma l’accusa è la stessa: aver scommesso sul risultato di partite del proprio sport, sia pur non quelle in cui erano implicati direttamente, sempre e solo piccole somme, e peraltro perdendoci. Perché tutti i conti on line a nome dei tre professionisti erano in rosso.
DUBBI - Il problema vero, quello delle partite truccate o vendute, denunciate da anonimi, ma anche dal rampante Andy Murray — che però ha fatto velocissimamente retromarcia —, non è stato ancora toccato dall’Atp. Che, pur utilizzando agenti di Scotland Yard ed esperti delle scommesse sull’ippica inglese, non è riuscita a trovare alcuna traccia del vero scandalo che angoscia il tennis almeno quanto il doping. E’ sicuramente curioso, poi, al di là del comprensibile campanilismo, che i colpevoli di scommesse on line siano finora solo di nazionalità italiana. In una lista che, purtroppo, è destinata a crescere, perché altri due giocatori del giro azzurro sono chiacchierati. E, probabilmente, il 28 gennaio, si recheranno a Jacksonville, in Florida, a discutere davanti al giudice unico nominato dall’Atp.
A MELBOURNE - Intanto, per il primo Slam 2008, il 14-27 gennaio a Melbourne, la federtennis australiana ha deciso nuove norme anti-corruzione con sanzioni che vanno dalla multa alla squalifica a vita, e addirittura la prigione per chi risulterà colpevole di aver truccato degli incontri.
LE PAROLE DI STARACE - "Ho deciso di patteggiare la pena - spiega Starace sul sito della federazione - perchè con questa spada di Damocle sulla testa non avrei certo potuto giocare bene agli Open d'Australia. Invece, così rientrerò a febbraio con la voglia di spaccare il mondo. Adesso, però, voglio vedere che cosa faranno agli altri indagati. Voglio che paghino tutti con la stessa pesantezza che hanno riservato a noi italiani. È uno schifo. Ci hanno massacrati senza che questo risolva il problema vero delle partite vendute. Ci hanno inflitto pene pazzesche, se penso a quelle che in passato hanno assegnato a chi faceva uso di doping. L'Atp non sa dove sbattere la testa. È tutta una buffonata. Chi dirige la nostra associazione dovrebbe rispettare il lavoro dei giocatori per bene e gestire i problemi con serietà".
LE PAROLE DI BRACCIALI - "Eravamo sacrificabili, ecco perchè se la sono presa con noi - aggiunge Bracciali -. Non siamo campioni e non contiamo ad alto livello. Ma non posso credere che a fare qualche scommessina siamo stati soltanto noi italiani. Tra l'altro, il regolamento dell'Atp si presta a duemila interpretazioni. Se avessi voluto fare il furbo non avrei scommesso col mio nome".

Altri tre capri espiatori...

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