sabato 22 dicembre 2007

Sorteggiati gli accoppiamenti per gli ottavi di Champions League


Tanto per rendere l’idea: la scorsa stagione gli ottavi furono Celtic-Milan, Inter-Valencia, Roma-Lione. Ci demmo di gomito: non solo avevamo evitato gli squali, ma avremmo addirittura beneficiato dei loro pasti (Real-Bayern, Barcellona-Liverpool). Un anno dopo, ecco la nemesi. Liverpool-Inter, Arsenal-Milan, Roma-Real Madrid. Saranno gli altri a godere delle nostre sfide: soprattutto il Barcellona, abbinato al Celtic, e il Chelsea, opposto all’Olympiacos. Sulla carta, è così. Sul campo, si vedrà. A dicembre, il Valencia era una squadra allo sbando. A febbraio, non più: e affondò la portaerei di Mancini. Il derby del Meazza nasce inglese. Inter e Milan erano teste di serie e, come tali, hanno pescato i clienti peggiori. Anche Liverpool e Arsenal, però. Il sorteggio di Champions ricorda più le forche caudine dell’Europeo - Francia, Olanda, Romania - che non il sorriso Durban dei Mondiali (Bulgaria, Cipro, Georgia, Irlanda, Montenegro). Partite splendide. Arsenal e Real sono primi nei rispettivi campionati. Il Liverpool è quinto, a dieci punti dai «gunners». Fascino della globalizzazione: Wenger, un francese, allena l’Arsenal dal 1996; Benitez, uno spagnolo, pilota il Liverpool; Schuster, un tedesco, dirige il Real. Dall’archivio emergono ritagli gloriosi. La Grande Inter di papà Moratti e Helenio Herrera eliminò i reds nelle semifinali della trionfale edizione 1964-65: 1-3 ad Anfield, 3-0 a San Siro, foglia morta di Corso, gol rapinoso di Peirò, con palla sfilata dai guanti distratti di Lawrence, staffilata di Facchetti. Il Milan di Fabio Capello rosolò a fuoco lento l’Arsenal nella Supercoppa 1994: 0-0 a Highbury, poi 2-0. La Roma, da parte sua, si è spesso inchinata al Real, ma con Totti ne ha pure profanato il tempio. Il Liverpool è sempre di Gerrard, l’Arsenal non più di Henry. Anello debole, comune agli spagnoli, la fase difensiva. Per Mancini, «va bene così, anche se ci è capitato forse l’avversario più forte». Il Liverpool ha soffiato la Champions al Milan nella «bella» di Istanbul, salvo arrendersi alle diavolerie di Inzaghi nella rivincita di Atene. L’Arsenal è stato finalista a Parigi nel 2006, rimontato dal Barcellona di Eto’o e Ronaldinho. Rafa Benitez è un tecnico che ricava il massimo da rose «normali». Un po’ meno, non appena il livello dell’organico sale. Prova ne sia, a ingaggio di Fernando Torres e Babel ancora caldo, la tribolata qualificazione all’ultimo stadio (4-0 a Marsiglia). Arsenal-Milan gira attorno ai premi di Kakà e a un duello di bussole che si annuncia strepitoso: Fabregas-Pirlo. Ancelotti, lui, potrà calare finalmente Pato: «Magari il Liverpool ha più esperienza, ma come tasso tecnico non c’è paragone: Arsenal, tutta la vita». Campione d’Europa e del Mondo, il Milan sta ai rivali come un professore a una manica di scolari talentuosi e irriverenti. Wenger gioca con una punta fissa, Adebayor, e uno strascico di forbiti spadaccini: Van Persie, Rosicky, Hleb. Il lucchetto è affidato a Gallas e Touré. Non convince il portiere, Almunia o Lehmann che sia. Il calcio dell’Arsenal è champagne allo stato puro. Quello del Liverpool, un’altalena di frementi sgommate e improvvise sbandate. Il Real - atteso, domani sera, a Barcellona - ci sbircia dalle nuvole della sua cipria. In casa, vince sempre. In trasferta, quasi mai. Nella fase a gironi, ha raccolto due pareggi (0-0 Olympiacos, 2-2 Lazio) e un k.o. (3-2 a Brema). Dopo la Lazio, la Roma: buffo, no? Dalla cintola in su, uno spettacolo: Raul, Robinho, Van Nistelrooy. Dalla cintola in giù, testa o croce. Non invidio Casillas e Cannavaro, fragili scudi di una mentalità «drogata» da un secolo di storia. Spalletti non si nasconde: «Avrei preferito Porto o Siviglia. Sfidare il Real moltiplica gli stimoli. Con la Lazio, può essere che abbiano preso un po’ sotto gamba l’andata, ma poi, al Bernabeu, in mezz’ora hanno fatto piazza pulita (3-1)». Serve la miglior Roma. Dunque, il miglior Totti. Gioca, il Real di Schuster, più o meno come giocava il Real di Capello. A folate. L’ultima Roma incassa troppi gol. Ha perso il filo del discorso. Saprà recuperarlo nell’arco di due mesi? Il Milan si ciba d’Europa. L’Inter, unica squadra imbattuta del continente, cerca una dimensione che non sia soltanto nazionale. La Roma insegue ambizioni fluttuanti, in bilico fra l’impresa di Lione e il disastro di Old Trafford. L’eliminazione diretta non tollera cali di tensione. Confonde i pronostici. Mi butto: Barcellona, Manchester United, Porto, Inter, Real, Milan, Chelsea, Siviglia.

Tre bellissime partite. Un pò di nostalgia non manca... Speriamo bisogni aspettare solo un anno.

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