lunedì 18 febbraio 2008

Juventus - Roma 1-0

Bene così!!! Finalmente abbiamo iniziato a percorrere la lunga strada che ci porterà a tornare grandi. Ora però non commettiamo l’errore più grosso che si possa fare: sedersi sugli allori. Non basta una vittoria – per quanto prestigiosa e ampiamente meritata – a risolvere una stagione. Qui c’è da lavorare (e tanto), anche perché alla Juventus il secondo posto è sempre stato (e sempre sarà) considerato un fallimento. Solo quest’anno – considerando tutte le attenuanti che conosciamo – potrebbe essere considerato un trionfo.
REGGINA-JUVENTUS - Lo confesso: ho il terrore di questa partita. La considero il crocevia di questa stagione, uno dei momenti più delicati ed importanti: se si dovesse vincere anche sabato allora si potrebbe dire di aver già inserito la freccia e di esserci spostati nella corsia di sorpasso (nei confronti della Roma). In caso contrario, invece, sempre tenendo conto che bisognerebbe vedere anche che cosa combineranno le nostre avversarie dirette, si tratterebbe di un leggero ridimensionamento. Nel post del dopo Udinese-Juventus continuavo a definirmi ottimista sul futuro immediato della squadra, così come lo ero nel fine settimana precedente dopo quella partita penosa giocata in casa con il Cagliari. Avvertivo potesse accadere quello che poi si è realmente verificato: con il rientro dei nostri “totem”, ne avrebbe giovato il rendimento della squadra. E – di conseguenza – sarebbero potuti arrivare i risultati. Così è stato, ora però non dobbiamo mollare. La Reggina in questo momento è il peggiore avversario che ci potesse capitare, per tanti motivi: noi ne veniamo da una vittoria importantissima, loro dall’ennesima sconfitta, con una situazione di classifica deficitaria, con l’unica speranza di salvare il salvabile partendo da un anticipo prestigioso contro la Juventus. In uno stadio sicuramente stracolmo di tifosi e con gli occhi di tutta l’Italia addosso. A Reggio abbiamo già lasciato – negli anni passati – punti importanti, ora non dobbiamo commettere questo errore. La partita interna col Cagliari che citavo prima deve essere un monito da non dimenticare. In quella domenica si era verificata anche una particolarità curiosa: le ultime in classifica avevano ottenuto – in contemporanea – una serie di prestazioni sbalorditive. Il Cagliari ci ha messo sotto per quasi tutta la partita, il Siena ha distrutto la Roma (3-0), l’Empoli è stato punito dall’Inter a causa di un rigore inesistente, per poi sbagliarne uno che avrebbe comunque permesso loro di non perdere l’incontro. A riprova del fatto che nel calcio (più che in altri sport) non importa la posizione classifica della squadra che incontri, ma il suo stato attuale di forma. Con la giusta concentrazione (quella dimostrata contro i capitolini) potremmo concretamente vincere, e iniziare a correre. Perché condivido le dichiarazioni rilasciate più e più volte da vari esponenti della società sul fatto che quest’anno avremmo potuto dare fastidio a molte squadre. Però – perdonatemi – ma fastidio lo danno le zanzare, le mosche. Mettiamoci pure i piccioni. Ma la Juventus non deve solo dare fastidio: deve essere aggressiva, deve sfiancare gli avversari, deve dominarli. Deve far paura.
JUVENTUS-ROMA - Di tutto si può dire di Ranieri, ma non che gli manchi il coraggio. All’andata, all’Olimpico di Roma, la Juve si era presentata col tridente quasi con la forza della disperazione. Ne venivamo da due domeniche strane, avevamo vinto a Cagliari grazie alle invenzioni di Camoranesi, in una partita dove abbiamo visto le streghe per tutti i 90 minuti. Con l’Udinese, poi, Camoranesi si era fatto nuovamente male, e noi avevamo perso in casa con il famoso goal di Di Natale. Tiago e Almiron erano due oggetti non identificati… Cosa fai? Se devo perdere, almeno perdo con onore. E invece ne era venuta fuori una prestazione maiuscola, con moltissime difficoltà (si era pure infortunato Andrade), ma con un pareggio frutto dell’ennesima prova di cuore della squadra. Anzi, più che di cuore, di orgoglio. Un orgoglio infinito. Come già detto e ripetuto nel blog, sabato ho fatto il mio ritorno a Torino a vedere la Juve dal vivo. Non appena l’arbitro ha fischiato l’inizio della contesa, ho notato lo stesso atteggiamento dei giocatori che ammiravo sino a due anni fa: “Da qui non uscite vincitori”. Subito aggressivi, si sono sfiancati tutti in una corsa continua per cercare di coprire tutte le zone del campo, con l’intento di tenere la Roma sotto pressione nella propria metà campo e – in contemporanea – di non sbilanciarsi troppo. Dalla mia postazione (vicino alla curva Sud) vedevo bene Camoranesi, si trovava proprio sotto di me. Bene, si è sfiancato per tutta la durata del primo tempo ad attaccare e – subito dopo – a tornare indietro per dare una mano a Zebina. La Juve non avrebbe potuto durare due tempi con quello schema, troppo offensiva. Ha voluto imprimere il suo marchio con prepotenza sulla partita, per poi – progressivamente – coprirsi sempre più (Nocerino prima, Sissoko poi). Sono contro la clonazione umana, per coscienza, credo religioso e tutto quello che volete. Ma credetemi che per Nedved un’eccezione la farei… Sulla punizione di Del Piero ho poco da aggiungere rispetto a tutto quello che è già stato detto e scritto: l’unica cosa che posso fare è assicurarvi che – al momento in cui stava per partire – noi quattro, allo stadio, eravamo stra-sicuri che segnasse. Troppo concentrato, sereno, convinto… Sensazioni, ma vi assicuro che siamo schizzati in piedi quando ancora la palla non era entrata. Ci è bastato vederla superare la barriera. A me ha ricordato alcuni momenti dell’infanzia: anche quando le tirava Platini mi comportavo alla stessa maniera.
TERZO TEMPO – Avrei il piacere che qualcuno mi spiegasse come deve funzionare (ora che è diventato obbligatorio) questa procedura. Partita finita, l’arbitro e i guardalinee si posizionano a centrocampo, i giocatori della Juve li seguono. E poi? E poi Totti (offeso? Deluso? Non ci hai purgato? O più semplicemente non sai perdere?) se ne va per i fatti suoi verso lo spogliatoio. Seguito da altri 3 o 4 compagni. Dalla mia postazione mi sembrava uno di loro fosse Mancini, ma non ci metterei la mano sul fuoco. Ho apprezzato la sportività degli altri giocatori i quali sono andati – di loro spontanea volontà – a cercare gli juventini, che ormai si erano disuniti vedendo che tutto era andato all’aria. Ma perché? Qual è l’ammenda per non aver seguito questa regola? Perché se di regola si tratta ci dev’essere anche una sorta di “punizione” se qualcuno non la rispetta, giusto? E’ una buffonata, l’ennesima. Senza passare per Nostradamus, ma anche questa l’avevo prevista in un commento ad un post nel blog di Stefano Discreti qualche mese fa, allorquando – dopo aver fatto i miei più sinceri complimenti ai giocatori della Fiorentina per la loro iniziativa – avevo accettato con il beneficio del dubbio l’imposizione di questo nuovo modo di concludere le partite. O si farà bene, dissi, o sarà una delle tante buffonate a cui siamo costretti ad assistere impotenti. Piccola provocazione: ma gli scienziati che decidono queste cose fanno tanta fatica a pensare ad un sistema semplice per imporre le loro idee? Esempio? Io sono l’arbitro, convoco tutti e 22 i giocatori in mezzo al campo a fine partita. Chi manca? Totti? Benissimo: 1 giornata di squalifica. Punto. Non bisogna essere dei geni di una civiltà superiore per pensare queste cose. Basta aver giocato qualche partita a calcio.
SACCANI – Confesso, non ho mai (anche in passato) prestato molta attenzione agli arbitri che capitava dovessero condurre una partita della Juve. Ma per quello di sabato faccio un’eccezione… Al mattino compro il giornale, guardo la sua foto e mi domando: “Saccani… Ma non l’ho già visto?”. Parto in macchina verso l’Olimpico con gli amici: “Ragazzi, ma ‘sto Saccani non era quello di Juve-Sampdoria? Quello che non aveva dato un rigore solare a Trezeguet? Quello che aveva permesso – a rotazione – a quasi tutti i giocatori della Samp di prodursi in svenimenti a ripetizione senza prendere alcun provvedimento?”. E gli altri: “Boh… Speriamo solo non sia lui, altrimenti siamo messi davvero bene…”. E’ stata la prima cosa che abbiamo chiesto allo stadio ai nostri vicini di sedia. Era lui… Qui non si tratta soltanto di sudditanza psicologica: ragazzi, questi sono grammi da far paura. Sono scarsi. Non giriamoci intorno. E basta con le sciocchezze del tipo: “Ma gli arbitri italiani sono i migliori…”. Ma da quanto tempo non è più così? Qualcuno sostiene che in Italia ci sono ancora dei portieri forti: ma questa gente non l’ha capito che le cose cambiano nel corso degli anni? Che puoi avere anche una scuola formidabile di portieri, difensori, arbitri e così via ma che può anche capitare di trovarsi in un ciclo sfortunato dove sei circondato da gente incapace? Per sua natura la classe arbitrale (come sostiene l’ormai ex-direttore di Tuttosport Padovan) è corruttibile, nel senso che – non esistendo una federazione autonoma a tutti gli effetti - l’arbitro è palesemente condizionato nei suoi giudizi (e quindi diventa meno “arbitrale”) proprio dalle valutazioni che i presidenti delle squadre più potenti fanno di lui. “Mi fai un torto? Col cavolo che arbitri un’altra partita della Juve, dell’Inter o del Milan…”. E se non arbitri partite importanti, perdi visibilità. Se perdi visibilità, retrocedi ad arbitrare partite di seconda serie. Se partecipi a pochi incontri, non guadagni. Se non guadagni, te ne puoi anche stare a casa. E’ un sistema marcio anche solo così com’è concepito, da una vita. E le società che ciclicamente sono più potenti (e vincenti) è naturale che ne traggano il loro beneficio. Anche qui non ci vuole uno scienziato a capirlo. Ma ci vuole tanto (ad esempio) a pensare ad una terna arbitrale composta da due guardalinee italiani e un arbitro straniero, fuori da ogni condizionamento? In fondo è lui che decide per ultimo. Certo, deve essere coadiuvato bene dagli assistenti, ma certi svenimenti in mezzo al campo, certi falli fischiati senza che neanche ci siano dei contatti, secondo me con un arbitro inglese o scozzese non capiterebbero più. Un inciso: io sono per i quattro guardalinee. Anche qui qualcuno mi potrebbe spiegare come si può chiedere ad un guardalinee – mettiamo un dentista di 37 o 40 anni - di seguire Suazo in contropiede al 90??? Magari una partita nella quale lo stesso giocatore è entrato per sostituire Cruz da pochi minuti (quindi è ancora fresco fisicamente): come si fa? Ma possibile che non ci arriva nessuno tra loro? Boh…
ALL’OLIMPICO – La mia casa è il Delle Alpi. L’Olimpico ammetto che mi ha fatto una piacevolissima impressione: bello, confortevole. La partita si vede benissimo, ci sono hostess e steward ovunque. Rispetto ai miei tempi (quelli della Triade) c’è una gestione più all’americana: presentatore col microfono inquadrato dai maxi-schermi, intrattenimenti anche durante l’intervallo. Forse prima c’erano meno fronzoli e più sostanza, ma non mi dispiace neanche questo: il pubblico non viene visto come un pollo da spennare ma – anche se siamo ancora lontani dall’essere a livelli di eccellenza – si cerca di rendere il più confortevole possibile la sua permanenza all’interno dello stadio.
CHE BELLO – Che bello tornare a casa in nottata, cantando a squarciagola da solo in macchina la tua gioia per aver vinto uno scontro diretto contro una grande rivale. Che bello scendere in paese il mattino successivo, comprare il giornale e vedere la foto di Alex che corre gioioso, dopo aver segnato, con la lingua fuori. Che bello accendere il pc e vedere i tuoi amici blogger entusiasti della Juve. Vedere che hai conosciuto nuove persone con le quali condividere questi momenti. E siamo solo all’inizio…
Siamo tornati…
Forza Juve!!!

JUVENTUS-ROMA 1-0
MARCATORE: Del Piero al 45' p.t.
JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon; Zebina, Legrottaglie, Chiellini, Molinaro; Camoranesi (1' s.t. Nocerino), Zanetti, Nedved (36' s.t. Palladino); Del Piero; Iaquinta, Trezeguet (23' s.t. Sissoko). (Belardi, Grygera, Salihamidzic, Tiago). All. Ranieri.
ROMA (4-2-3-1): Doni; Cassetti, Ferrari, Mexes, Tonetto; De Rossi, Pizarro (28' s.t. Aquilani); Taddei (15' s.t. Giuly), Perrotta (37' s.t. Esposito), Mancini; Totti. (Zotti, Panucci, Cicinho, Brighi). All. Spalletti.
ARBITRO: Saccani.
NOTE: spettatori 25 mila circa. Ammoniti Mexes, Chiellini, Mancini, Nocerino. Recupero: 1' p.t., 4' s.t.


4 commenti:

marco99 ha detto...

Ciao!
Sono d'accordo praticamente su tutto.
La reggina è un fodamentale crocevia per mettere la freccia sulla roma, serve la stessa concentrazione di sabato.
Il terzo tempo sta diventando una farsa, anche perchè non sono previste sanzioni per chi non lo rispetta, ma poi vedi il giallo di iaquinta e ti chiede perchè a lui si.
Gli arbitri sono scarsi o in mala fede, le cose sono queste.
Non ci sto che quando sbagliavano per noi erano in mala fede ed ora sono scarsi, troppo comodo per gli interisti pensarla cosi.
Io dico che sono stati sempre abbastanza scarsi e che giustamente dovrebbero aprire ai professionisti, gente di 25 anni che ha le gambe e il fiato per fare questo lavoo.
Io in effetti sono troppo ottimista dopo sabato; i gladiatori,i campioni in campo mi hanno davvero illuminato.

marco99 ha detto...

ah bene mi fa piacere, è un bel programma..

kiara ha detto...

grandissima vittoria!

davidinho ha detto...

grande juve
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