Due giornate di squalifica sono state inflitte dal giudice sportivo a Marcelo Zalayeta (Napoli), per 'condotta antisportiva'. Dopo l'esame della prova tv, il giudice si è convinto che, nel corso della gara con il Torino, Zalayeta abbia effettuato "una plateale 'caduta', compatibile soltanto con l'intento di trarre in inganno il direttore di gara", che infatti ha assegnato il rigore. E' la seconda volta, nel giro di neppure due mesi, che il giudice sportivo punisce, con la prova tv, Zalayeta ritenendolo responsabile di aver ingannato l'arbitro (la volta scorsa fu contro la Juventus). Quella prima squalifica era stata però annullata dalla Corte di giustizia federale. Caso che potrebbe quindi ripetersi anche in questa occasione, visto che la decisione di squalificare l'attaccante uruguaiano con la prova tv va a sconfessare un fatto visto e valutato dall'arbitro durante la gara.Dopo la segnalazione del procuratore federale, il giudice ha acquisito le immagini e ha osservato che documentano che "Zalayeta, palla al piede, entrava in velocità nell'area di rigore granata ove, percorso qualche metro, veniva affrontato dal portiere avversario in uscita. In quel frangente, il calciatore napoletano toccava con il piede destro il pallone deviandone in avanti la traiettoria, ed effettuando un 'tuffo in avanti', con ricaduta al suolo oltre il corpo del portiere avversario, lanciatosi a terra con le braccia protese in avanti. L'arbitro, da posizione ottimale, sanzionava con l'assegnazione del calcio di rigore l'intervento dell'estremo difensore, che veniva ammonito".Secondo il giudice Tosel, "è di tutta evidenza che la caduta di Zalayeta non sia stata determinata in alcun modo dall'azione del portiere avversario, 'sorvolato' senza alcun significativo contatto fisico, salvo un possibile, e comunque irrilevante, 'sfioramento' di una mano, allorchè il 'tuffo' era già iniziato". "E' parimenti evidente - argomenta il giudice sportivo - che l'erronea assegnazione del calcio di rigore sia scaturita dalla condotta dello Zalayeta che, disinteressandosi della direzione impressa al pallone, proseguiva senza esitazione o deviazione, effettuando una plateale 'caduta', compatibile soltanto con l'intento di trarre in inganno il direttore di gara". Ricorrono, quindi, le condizioni per l'ammissibilità della prova tv e per sanzionare quella che viene definita "condotta gravemente antisportiva".
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